Finalmente si parla di pace per l’Ucraina

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L’Ucraina è un popolo ingiustamente invaso, popolo eroico e coraggioso che ha meritato e merita tutto il nostro appoggio, ma è ora per il loro bene, e per il bene di tutti, attivarsi per la pace. Una pace che non potrà essere una “pace giusta”, perché questo, nella realtà, purtroppo non accade mai…

 

 

 

Dopo dieci mesi di guerra, finalmente, nei discorsi riguardanti l’Ucraina, ha fatto il suo ingresso la parola pace.

La voce è ancora molto tenue: i due contendenti parlano di pace, ma sostengono che sia l’avversario a non volerla. E’ il naturale gioco delle parti.

Abbiamo attraversato un lungo periodo di posizioni irriducibili: Zelensky, Stoltenberg e persino Biden parlavano esplicitamente di possibile vittoria e la Von der Leyen prevedeva il crollo finanziario della Russia.

In questa prospettiva, sono state avanzate ipotesi più o meno fantasiose, che hanno riempito i nostri teleschermi: Putin era seriamente ammalato, Putin aveva nemici interni e rischiava di essere detronizzato, il logoramento della Russia attraverso le sanzioni l’avrebbe costretta a ritirare le sue truppe.

Niente di tutto questo si è avverato e la realtà che vediamo tutti i giorni è invece una guerra che continua a produrre morti da entrambe le parti e una condizione estrema sempre più invivibile da parte del popolo ucraino.

Se poi guardiamo la realtà militare sembra evidenziarsi una situazione di sostanziale stabilità: la Russia ha occupato il Donbass ed è impegnata a difenderlo, l’Ucraina ha impedito l’invasione del paese e ha costretto la Russia sulle posizioni attuali.

Sembra che nessuna delle due parti sia in grado di mutare sostanzialmente questo stato di cose, salvo la decisione di una escalation dagli effetti incontrollabili (e che nessuno vuole).

Siamo dunque di fronte a uno stallo, che non può essere superato militarmente.

La pace in queste condizioni non è solo un bene in sé, ma rappresenta l’unica soluzione possibile, in quanto nessuna delle due parti è in grado di prevalere e volgere le cose a suo vantaggio.

Anche l’ipotesi del “logoramento” è da scartare; delle due parti è molto probabile che sia la più debole, l’Ucraina, a subirlo maggiormente.

Certamente non si tratta di una pace facile. I problemi in questione sono due: i territori contesi e l’equilibrio strategico regionale.

Forse la Russia inizialmente era più interessata all’equilibrio che ai territori (è già il paese più grande del mondo), preoccupata dall’estendersi della NATO nelle ex-repubbliche sovietiche e se l’America-NATO avesse avuto il coraggio di aprire una seria trattativa in proposito, forse si sarebbe potuto evitare il peggio.

Le trattative su questi due problemi potrebbero bilanciarsi tra loro: se si ottiene di più da una parte, si può concedere di più sull’altra (sembra di capire che in questa direzione si muova l’Ucraina con le sue proposte).

L’Ucraina tiene ai suoi territori, ma oggi sono occupati e non sarà facile una semplice restituzione; qualcosa bisognerà cedere.

L’America e la Nato devono garantire i paesi confinanti con la Russia molto preoccupati del loro aggressivo vicino, però devono trovare, nell’interesse generale, un giusto equilibrio con la potenza russa, ciò che hanno decisamente ed erroneamente sottovalutato in passato.

E per carità, non sbandieriamo la “pace giusta”.

Dove si è realizzata una pace giusta? In Iraq, in Afghanistan, in Libano, nel Kurdistan?

Siamo realisti, il che non significa non avere ideali, ma significa amare la realtà.

Le paci sono accordi tra due contendenti che non essendo in grado di dominare l’avversario trovano un modus vivendi accettabile.

L’Ucraina è un popolo ingiustamente invaso, popolo eroico e coraggioso che ha meritato e merita tutto il nostro appoggio, ma è ora per il loro bene, e per il bene di tutti, attivarsi per la pace.

La guerra in Ucraina produce morte e distruzione, ma non minori sono i danni che ha causato a livello mondiale.

Tutti i paesi pensano a riarmarsi, le tensioni tra gli Stati sono aumentate, la crisi inflazionistica sta colpendo duramente tanta popolazione indifesa, la crisi energetica ha frenato e spesso invertito l’impegno ambientalista sul clima.

Occorre la pace subito per poter ritornare a costruire rapporti di amicizia e di cooperazione fra i popoli e lavorare per un sistema mondiale basato sulla convivenza pacifica tra tutti, Russia e Cina comprese.

E’ tanto un ideale, quanto una necessità.

 

Sandro Antoniazzi

 

One Comment

  1. Se non esiste una pace giusta come si sconfigge ogni possibilità di guerra? L’autore afferma : “Occorre una pace subito per ritornare a costruire rapporti di amicizia e di cooperazione tra i popoli…”. Ma quali rapporti fiduciari si possono intrattenere con paesi, come la Russia di Putin, che hanno violato i principi del diritto internazionale? Allo stato dei fatti, abbiamo un paese indipendente aggredito da un paese confinante. C’è un paese aggressore e un paese aggredito, la comunità internazionale deve necessariamente tutelare il paese aggredito, se si vuol mantenere in vita la speranza di poter realizzare, in futuro, quanto auspicato dall’autore nella parte finale dell’articolo.

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