CONVEGNI. Iniziata la Settimana del MEIC a Camaldoli. Don Pino Ruggieri: più che un nuovo concilio, c’è bisogno di una Chiesa conciliare

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Un Meic che “ringiovisce”, come ha sottolineato il presidente nazionale Carlo Cirotto, è quello che, il 27 agosto 2012, ha aperto a Camaldoli la sua tradizionale Settimana teologica. A 80 anni dalla sua fondazione, il movimento degli intellettuali cattolici si ritrova ancora una volta nel Monastero dove i suoi primi soci, nel 1943, elaborarono l’omonimo “Codice”, e stavolta lo fa per discutere di politica, lavoro, famiglia, i grandi temi dell’impegno civile ed ecclesiale dei cattolici. A testimoniare che il Meic (Movimento Ecclesiale di Impegno Culturale)  ringiovanisce è “la vitalità dei suoi gruppi locali”, sottolinea Cirotto. A partecipare a questa Settimana sono saliti a Camaldoli in 150 da tutta Italia, mettendo a dura prova la proverbiale ospitalità monastica, con il tutto esaurito in foresteria. “Ringiovanire è, per noi come per la Chiesa, progettare un futuro all’altezza dei tempi”, continua il presidente, che introducendo i lavori della Settimana ha messo l’accento sulla parola “responsabilità”. “La scorsa settimana Benedetto XVI ha raccomandato al Forum internazionale dell’Azione cattolica di ‘lavorare per essere sempre più laboratorio di globalizzazione della solidarietà e della carità per crescere con tutta la Chiesa nella corresponsabilità di offrire un futuro di speranza all’umanità, avendo il coraggio anche di formulare proposte esigenti’. Noi del Meic, vitalmente inserito nell’Azione cattolica, ci sentiamo interpellati dal Papa e leggiamo nelle sue parole la conferma che il nostro impegno sta a pieno titolo nel percorso che la Chiesa-comunità di fede sta compiendo”.

Un percorso, precisa l’assistente nazionale don Cataldo Zuccaro, che è quello di una comunità fondata sul discernimento. “Viviamo un tempo diviso fra due estremi: quello di chi ha la presunzione di eggere le articolazioni della politica esclusivamente dentro la fede, come se la salvezza prescindesse dalla storia, e quello di chi predica un’autonomia assoluta, pensando a una storia già salvata, che non ha bisogno di Dio. Il Concilio, e noi vogliamo lavorare in questa direzione, ci indica una via più complicata, quella della mediazione, ma che è la via che tra una salvezza senza storia e una storia già salvata sceglie la storia della salvezza”.

E su questo tema si è esercitato stamattina il primo relatore della Settimana, il teologo don Pino Ruggieri, che ha concluso il dibattito tra i partecipanti rispondendo a una domanda sulla necessità di un nuovo Concilio: “C’è n’è davvero bisogno? A me pare più urgente il bisogno di una Chiesa conciliare, a partire dai gruppi e dalle parrocchie fin su alle diocesi e alle gerarchie. L’essenziale è che la Chiesa viva il Concilio, fino al giorno in cui, prima o poi, i vescovi verranno di nuovo chiamati a convenire da ogni parte del pianeta, magari secondo modalità inedite, come è sempre stato nella storia della Chiesa”.

Nei prossimi giorni interverranno il ministro della Salute Renato Balduzzi, già presidente del Meic, Federico Manzoni, giovane consigliere comunale a Brescia, Aurelio Rizzacasa, già ordinario di Filosofia morale all’Università di Perugia, Stefano Tassinari, referente nazionale Acli sui temi del lavoro, Simona Segoloni Ruta, docente di Teologia dogmatica all’Istituto teologico di Assisi, madre di famiglia.

 

 

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