CONCILIUM: Cammini di liberazione – VITA MONASTICA: Gesù, l’ebreo – CERCASI UN FINE: Maria Grazia Cutuli, giornalista in costante ricerca della verità – IC–ITALIA CARITAS: Ferite da sanare. Insieme – SEGNO NEL MONDO: l’Africa, il vicino inquieto che ci chiama in causa.

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S’intitola “Cammini di liberazione – Gioie e speranze per il futuro della teologia” il bellissimo primo numero del 2016 della rivista internazionale di teologia Concilium che compie ormai 52 anni (e per noi che assistemmo alla sua nascita, essendo amici dell’editrice Queriniana, fu momento di emozione e di gioia). E anche questo fascicolo consente di respirare ancora un po’ di quell’aria di rinnovamento e speranza, tanto più che il pontificato di Francesco cerca di recuperare l’intento originario del Concilio, invocando e sottolineando i valori evangelici a favore dei poveri, degli emarginati e dei bisognosi (come scrive Andrès Torres Queiroga nel suo articolo “Il compito della teologia dopo la restaurazione postconciliare”. Certo è che il fascicolo di Concilium (e non solo questo) consente di respirare aria di Concilio e di sperare che quella stagione si riapra e illumini il mondo e le coscienze. E il rinnovato slancio della rivista Concilium ne è un segno …

La gran parte dei contributi che furono presentati durante il XXXV colloquio ebraico-cristiano tenutosi a Camaldoli nel 2014 vengono oggi pubblicati nel fascicolo 261 di Vita monastica, unitamente all’inedito articolo di Mauro Pesce dal titolo “La riscoperta della ebraicità di Gesù. Un compito non finito”. E tutto il fascicolo, infatti, s’intitola “Gesù, l’ebreo” e ne considera vari aspetti, dal rapporto di Gesù con la Torah al rapporto tra la ebraicità e la teologia cristiana, al rapporto di Gesù con il popolo ebraico e con la letteratura ebraica moderna.

Cercasi un fine, la bella e originale rivista di cultura politica (in senso molto ampio e profondo) diretta da Rocco d’Ambrosio e realizzata da persone e gruppi dei dintorni di Bari, ricorda la bella figura di Maria Grazia Cutuli “una giornalista in costante ricerca della verità” e sviluppa considerazioni sulle responsabilità di chi lavora nel campo della comunicazione. E segnala poi il recente, coraggioso libro di Rocco d’Ambrosio, pubblicato da La Meridiana: “Non come pilato. I cattolici nell’era di Francesco”.

Il fascicolo di marzo 2016 di IC – ItaliaCaritas dedica la copertina al tema “Ferite da sanare. Insieme”. E sviluppa il tema ricordando, fin dall’editoriale, che oggi nel mondo ci sono 250 milioni di persone in movimento, tra cui 60 milioni di rifugiati. Tra le emergenze si segnalano alluvioni crescenti (a causa dei cambiamenti climatici, ma anche dal fatto che le comunità non sono più custodi delle proprie terre), la via crucis di tanti rifugiati, le lentezze e le contraddizioni della lotta alla povertà. E poi ci sono le situazioni particolari: la crisi del Salvador, dominato da selvagge bande criminali che hanno provocato un record di omicidi e di migrazioni forzate; e poi c’è l’interminabile guerra in Siria dove più di metà della popolazione è costretta a fuggire (rifugiati all’estero o sfollati interni…).

E anche il mensile per i soci adulti di Azione Cattolica, Segno nel mondo, dedica molta attenzione nel bellissimo fascicolo di marzo/aprile, ai problemi dell’Africa, il “vicino inquieto che ci chiama in causa”. E infatti, ad esempio, c’è a Verona, dal 2013, un’Africa summer school che coinvolge rappresentanti della diaspora africana impegnati a preparare un futuro che si apra dopo questa drammatica fase di cambiamento che è in corso. E poi si parla dell’impegno del Fiac (Forum internazionale di Azione cattolica) impegnato per aiutare le molte situazioni più difficili in Africa (Burundi, Centrafrica…); e di tanti altri impegni positivi per seminare speranza, diffondere un’ecologia integrale, un ecumenismo sincero, una voglia di lavorare insieme, “dandoci la mano”.

(a.  bert.)

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