COMMENTI DOPO L’ASPRO GIUDIZIO DI MONS. GALANTINO SUI PIAZZISTI DA QUATTRO SOLDI

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La dichiarazione di mons. Galantino (che ha definito alcuni politici italiani “piazzisti da quattro soldi, che pur di raccattare voti dicono cose straordinariamente insulse”) ha suscitato un vespaio. Ernesto Galli della Loggia, sul Corriere, gli dà nella sostanza ragione, ma deplora che la Chiesa non usi giudizi ugualmente sferzanti verso i governi dei Paesi da cui profughi e immigrati scappano (“Le urla inutili sui migranti”). Oscar Giannino, sul Messaggero, firma un editoriale dal titolo “Il Vaticano e i migranti. I conti non tornano” e critica i pochi migranti accolti in strutture della Chiesa. Piero Ostellino, sul Giornale, arriva a dire che “questo Papa, che pur piace a molti, sta danneggiando la Chiesa e compromettendone la storia” (“La lezione ecclesiastica del Pontefice”). La Gazzetta del Mezzogiorno pubblica una nota di Michele Partipilo in cui si dice che la Chiesa farebbe bene a seguire l’orientamento di Salvini e di Grillo i quali hanno capito che è in corso un diverso orientamento della società italiana sul tema immigrazione” (“Se i vescovi non colgono il disagio ad accogliere”). Marcello Pera rilascia un’intervista al Corriere: “Ma Galantino è ideologico, la sua posizione ricorda la teologia della liberazione”, e firma un articolo su Italia Oggi: “Fino a che punto vale il diritto di accoglienza?”. Il Corriere affianca a quella a Pera una seconda intervista a mons. Marcello Semeraro, vescovo di Albano e coordinatore del G9 pontificio (“Non c’è nessuna invasione. Il nostro è un appello a superare l’indifferenza”). Italia Oggi pubblica anche una nota di M. Bertoncini: “I vescovi italiani ora rientrano i politica”. Su Libero Pierangelo Maurizio si rivolge a mons. Galantino: “Se la Chiesa scorda i cristiani perseguitati”. Su Avvenire Ilaria Soliani racconta: “Così la Chiesa apre le porte ai profughi”.

 

 

 

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