Cattolici democratici alla prova

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 E’ uscito il primo volume dei “Quaderni di Appunti di cultura e politica”, con il titolo Cattolici democratici alla prova. Trent’anni di «Città dell’uomo» (1985-2015). E’ edito dalla Morcelliana e costa 18 Euro. Vi sono contributi di Maurilio Guasco, Stefano Tessaglia, Guido Formigoni, Vincenzo Satta, Maria Cristina Bartolomei, Luigi Franco Pizzolato, Enzo Balboni, Franco Monaco, Filippo Pizzolato. Pubblichiamo la Presentazione che ne ha fatto Luciano Caimi.

 

Il 4 ottobre 1985 fu siglato l’atto costitutivo di «Città dell’uomo». Con Giuseppe Lazzati vi erano altri otto firmatari: Leopoldo Elia, Giuseppe Glisenti, Marco Ivaldo, Ettore Massacesi, Giorgio Pastori, Luciano Pazzaglia, Luigi Franco Pizzolato, Cesare Trebeschi.

L’atto notarile venne registrato durante lo svolgimento del seminario di studio su «I cristiani per la città dell’uomo» (relatori: Antonio Acerbi, Giuseppe Angelini, Gabriele Calvi, Enrico Berti, Pietro Scoppola). Di seguito le relazioni furono pubblicate in un volume[1], con Presentazione di Leopoldo Elia e Introduzione di Giuseppe Lazzati.

Il prof. Lazzati, tratteggiando significato e scopo di «Città dell’uomo», parlava di «un servizio culturale-politico» per «aiutare l’elaborazione, la promozione e la diffusione di una cultura politica capace di rispondere oggi alle esigenze di una più illuminata, creativa, partecipata, presenza dei cristiani nella pόlis». Motivi ispiratori del progetto erano la «concezione cristiana dell’uomo e del mondo» (nella gelosa custodia della «distinzione tra i valori specificamente religiosi e quelli politici»), nonché i «princìpi fondamentali della Costituzione della Repubblica italiana, con la continua attenzione a rispondere alle complesse esigenze della società in trasformazione»[2]. Il «servizio», bisognoso di una «pluralità di competenze», veniva rivolto in primo luogo ma «non esclusivamente ai cristiani». Con il che era indicata la prospettiva aperta e dialogica su cui si sarebbe dovuta indirizzare l’attività associativa. Tutto ciò in un’ottica prospettica d’inequivocabile chiarezza, che Lazzati precisava così: «[…] si tratta di uscire da presunte ipotesi di “nuova cristianità”, di “città cristiana” più o meno palesi e perseguite in ambienti e in movimenti cristiani, naturalmente senza perdere la coscienza, anzi coltivandola, dell’apporto che “lo specifico cristiano” reca all’individuazione ed attuazione dell’autenticamente umano»[3].

Queste linee orientative costituirono l’ossatura dell’art. 3 dello Statuto di «Città dell’uomo». Esso recita: «L’Associazione si propone di elaborare, promuovere, diffondere, una cultura politica che, animata dalla concezione cristiana dell’uomo e del mondo, sviluppi l’adesione ai valori fondamentali della democrazia espressi nei princìpi fondamentali della Costituzione della Repubblica italiana, rispondendo alle complesse esigenze della società in trasformazione». Lazzati fece in tempo a vedere muovere i primissimi passi dell’associazione. Ma il male incurabile non gli permise di accompagnarne gli sviluppi. All’alba del 19 maggio 1986, giorno di Pentecoste, passava, infatti, all’«altra riva».

Da subito «Città dell’uomo» si mosse con intraprendenza per onorare le programmatiche linee statutarie.

Significativamente, il primo convegno di studio (Milano, 12-13 dicembre 1986) ebbe come tema: «L’Italia Repubblica democratica fondata sul lavoro» (relatori: Giuseppe Angelini, Piero Barucci, Giorgio Campanini, Carlo D’Adda, Leopoldo Elia, Luigi Frey, Luigi Pasinetti, Franco Totaro, Tiziano Treu). Nel presentarne gli atti, il presidente Luigi Franco Pizzolato osservava, fra l’altro: «“Città dell’uomo” sente di essersi incamminata sulla via di quell’educazione a pensare politicamente voluta dal suo fondatore; e nello stesso tempo si augura di offrire uno strumento utile a rispondere alla domanda di cultura politica che si leva dalla società ed esige di essere sorretta con fondamento»[4].

Sono trascorsi trent’anni. Non so se, come recita una celebre canzonetta, sono stati «i migliori anni della nostra vita». Certo, sono stati anni pieni di rivolgimenti e anche di sconvolgimenti.

La nostra piccola (ma, possiamo dire senza presunzione, non irrilevante) storia associativa è proceduta (e non poteva essere altrimenti) dentro l’alveo della storia nazionale, della storia della Chiesa e del cattolicesimo italiani, però con le finestre sempre aperte sull’orizzonte Europa e sul mondo.

In questi primi trent’anni «Città dell’uomo», mantenendo fede agli intenti programmatici, è stata, dunque, attiva e presente. Conferenze, tavole rotonde, seminari, convegni, si sono succeduti regolarmente, con l’intento di favorire un’opera di studio e di discernimento intorno ai temi di volta in volta affrontati, ma anche con la legittima ambizione di esprimere, soprattutto su questioni socio-politiche e culturali «sensibili», il proprio pensiero, con relative proposte mirate. Né sono mancate specifiche iniziative di formazione per i giovani, con moduli organizzativi differenti, nel tentativo, a ogni edizione proposta, d’intercettare le istanze dei destinatari e corrispondervi con sempre maggiore efficacia.

Il capitolo delle pubblicazioni documenta un’operosità che i presidenti succedutisi (Leopoldo Elia, Luigi Franco Pizzolato, Franco Monaco, Enzo Balboni, Franco Riva, Guido Formigoni), con i rispettivi Consigli direttivi, hanno proficuamente alimentato. Oltre alla raccolta degli atti dei principali seminari e convegni, sono stati editi agili volumetti, con interventi di autorevoli studiosi, intorno al rapporto fra la politica e alcune categorie «forti» dell’esperienza umana: il dolore, la felicità, la «parola», l’amicizia, la virtù, la speranza.

Contestualmente, si è promossa anche una collana monografica, curata da Giorgio Vecchio per i tipi del Centro Ambrosiano, su «protagonisti» del Novecento, fra i quali figurano De Gasperi, Sturzo, Vanoni, Mazzolari, Zaccagnini, Lazzati, La Pira, Dossetti, nella persuasione, come recitava la presentazione della collana medesima, che «Non si può leggere il presente e agire consapevolmente se non si conosce il passato». Dunque, uno sforzo non da poco, che rende conto del particolare impegno dell’associazione anche sul piano pubblicistico, nella convinzione del permanente valore della trasmissione delle idee attraverso la carta stampata, nonostante i grandi cambiamenti tecnologici degli ultimi anni nell’ambito della comunicazione. L’impegno nel campo in esame ha permesso a «Città dell’uomo» di stabilire proficui contatti con diverse realtà editoriali (ave, Cooperativa In dialogo, Centro Ambrosiano, San Fedele, Edizioni Lavoro, Morcelliana), alle quali va la rinnovata gratitudine.

Sempre in tema di pubblicazioni, ricordo la felice decisione del Presidente e del Consiglio direttivo del 2002 di prendersi carico della rivista «Appunti di cultura e politica». Promossa nel 1978 dalla «Lega democratica» di Pietro Scoppola, Achille Ardigò, Paola Gaiotti, nel 2001 l’Associazione per la cultura politica, di Brescia, che l’aveva acquisita nel 1988, si era trovata nell’impossibilità di proseguire con l’impegno assunto. Da lì, il passaggio a «Città dell’uomo». Va detto che dopo dodici-tredici anni di onesto e lodevole… lavoro artigianale, la rivista, edita dal 2015 dalla Morcelliana di Brescia, ha compiuto un non indifferente salto di qualità.

Dunque, trent’anni di attività associativa. Se volessimo inseguire le categorie odierne identificative delle tappe dell’età evolutiva, diremmo che «Città dell’uomo» è un’associazione giovane-adulta o, forse meglio, adulta-giovane. In ogni caso, si trova nella fase della maturità, che è anche quella della piena responsabilità.

Come in tutte le storie di vita, pure la nostra ha attraversato momenti alterni, con alcune punte di rilievo in termini di risonanza propositiva. Ricordo, innanzitutto, il memorabile intervento commemorativo di don Giuseppe Dossetti su Lazzati, l’amico di una vita, pro nunciato il 18 maggio 1994, nella sede di «Città dell’uomo», allora presso la Fondazione Lazzati (Largo Corsia dei Servi, 4 – Milano). L’avvincente riflessione, dal titolo «Sentinella, quanto resta della notte?»[5], propose uno sguardo lucido e tagliente sulla situazione sociopolitica italiana, ormai entrata nell’orbita tanto ammaliante quanto fatua dell’astro berlusconiano. Aggiungo poi che in una stagione ‒ metà anni ʼ90 ‒ di forte preoccupazione per i tentativi in atto del governo di centrodestra di porre mano, con scoperta intenzionalità ideologica, alla riforma costituzionale, «Città dell’uomo» non si sottrasse al dovere di assumere posizione in modo netto.

Motivarono da qui i convegni «itineranti» su «La Costituzione della Repubblica, oggi. Princìpi da custodire, istituti da riformare». Onorati dagli interventi di illustri studiosi, il primo si tenne il 21 gennaio 1995 a Milano, seguìto da quelli svoltisi a Bari, Napoli, Cagliari. I primi tre registrarono la presenza di don Dossetti.

Ecco, proprio sulla questione nevralgica della Costituzione la vigilanza riflessiva di «Città dell’uomo» è stata costante. Così come assiduo è risultato l’approfondimento dei temi socio-politici di maggiore rilievo: qualità della democrazia, riforma dei partiti, nuova cittadinanza,

Unione europea, dinamiche economico-finanziarie, lavoro, globalizzazione ecc. Tutto questo, con l’occhio congiuntamente rivolto a processi e cammini della Chiesa e del mondo cattolico, in specie italiani, contraddistinti da passaggi non sempre convincenti rispetto alle consegne e alle speranze di rinnovamento su scitate dal Concilio: uno sguardo sul primo quindicennio dell’attività associativa è offerto dal volumetto, con interventi di Guido Formigoni e Luigi Franco Pizzolato: Giuseppe Lazzati e il progetto di «Città dell’uomo»[6]. Consapevole di essere parte di un’area, quella cattolico-democratica, vasta e ricca di molteplici esperienze, ma perlopiù incapace di costituire collegamenti che dessero maggiore forza a idee e proposte ispirate a condivisi princìpi/valori, «Città dell’uomo», a cavallo fra la prima e la seconda decade di questo millennio, si è fatta ben volentieri partecipe, insieme con altre sigle amiche («Rosa Bianca», «Agire politicamente», «Argomenti 2000»), di un progetto aggregativo. Passo dopo passo, l’iniziativa ha raccolto altre adesioni, prima di approdare, definitivamente, alla realizzazione di un sito ad hoc (c3dem Costituzione Concilio Cittadinanza per una rete tra cattolici e democratici), destinato a essere luogo di vivace confronto e di libere proposte. Il convegno nel trentesimo di «Città dell’uomo»[7], di cui sono qui raccolti gli atti, ha inteso oltrepassare l’intento meramente celebrativo, per offrire, nella prima parte («Gli ultimi trent’anni 1985-2015. Dal Convegno di Loreto a papa Francesco. Dalla crisi della Repubblica alla crisi della globalizzazione»), un’opportunità di riflessione sull’intero percorso della realtà socio-politica, istituzionale ed ecclesiale in Italia, entro cui si è dipanato anche il cammino dell’associazione. Un trentennio complesso, non privo di qualche avanzamento, ma altresì contrassegnato, sia sul piano civile sia su quello ecclesiale, da molti aspetti problematici: crisi economica, sfiducia nelle istituzioni e nel futuro, populismi, chiusure localistiche, rivendicazioni di un cattolicesimo «identitario» lontano dalle coraggiose aperture conciliari. Certo, a livello di Chiesa (ma non solo) l’avvento di papa Francesco, con i suoi gesti e le sue parole così diretti e innovativi, sollecita sempre più a riaprire circuiti personali e collettivi nel segno del coraggio e della speranza.

Dalle analisi della prima parte dei lavori del convegno si è quindi passati alle riflessioni di prospettiva della seconda, proiettando così lo sguardo in avanti: «Tra presente e futuro: le “sfide” politiche in gioco». L’intento era principalmente quello di gettare lo scandaglio esplorativo verso il futuro, pensando al contributo e alle responsabilità specifiche del cattolicesimo democratico in rapporto ai problemi socio-politici, istituzionali ed ecclesiali. «Città dell’uomo» si sente parte attiva di questo percorso di ricerca, arduo ma affascinante.

Luciano Caimi

 

[1] AA.VV., I cristiani per la città dell’uomo, Cooperativa In dialogo, Milano 1986.

[2] Ibi, p. 7.

[3] Ibi, p. 9.

[4] L.F. Pizzolato, Presentazione, in «Città dell’uomo», Una Repubblica fondata sul lavoro, ave, Roma 1988, p. 6.

[5] Is 21,11.

[6] G. Formigoni – L.F. Pizzolato, Giuseppe Lazzati e il progetto di «Città dell’uomo», a cura dell’Associazione «Città dell’uomo», Cooperativa In dialogo, Milano 2002.

[7] Convegno nel 30° anniversario della costituzione dell’Associazione «Città dell’uomo», Cattolici italiani nella e per la “città dell’uomo”, Milano, Centro San Fedele, 12 dicembre 2015.

 

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