Benedetto XVI, le polemiche sulle unioni omosessuali e una lettera del portavoce di un gruppo di cristiani omosessuali di Milano

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La questione dell’accesso delle coppie gay  al matrimoni,o allo stesso modo delle coppie eterosessuali, è – ultimamente – all’ordine del giorno in Francia e in Inghilterra, soprattutto. In Italia, dove pure il problema è già stato posto, si registra ora una ventata polemica per le parole che a questo tema ha dedicato Benedetto XVI nel suo Messaggio per la Giornata della Pace 2013 (per altro assai interessante anche per l’attenzione posta al tema di un nuovo modello di sviluppo economico). Oltre alle  variegate reazioni della stampa, è di particolare interesse la “Lettera aperta” che al Papa ha scritto Giovanni Geraci, portavoce di un gruppo di cristiani omosessuali di Milano (il Gruppo del Guado).

Benedetto XVI nel Messaggio, dopo aver parlato dell’aborto e aver fatto un cenno all’eutanasia, scrive: “Anche la struttura naturale del matrimonio va riconosciuta e promossa, quale unione fra un uomo e una donna, rispetto ai tentativi di renderla giuridicamente equivalente a forme radicalmente diverse di unione che, in realtà, la danneggiano e contribuiscono alla sua destabilizzazione, oscurando il suo carattere particolare e il suo insostituibile ruolo sociale.” E aggiunge: “Questi principi non sono verità di fede, né sono solo una derivazione del diritto alla libertà religiosa. Essi sono inscritti nella natura umana stessa, riconoscibili con la ragione, e quindi sono comuni a tutta l’umanità. L’azione della Chiesa nel promuoverli non ha dunque carattere confessionale, ma è rivolta a tutte le persone, prescindendo dalla loro affiliazione religiosa. Tale azione è tanto più necessaria quanto più questi principi vengono negati o mal compresi, perché ciò costituisce un’offesa contro la verità della persona umana, una ferita grave inflitta alla giustizia e alla pace”.

La stampa quotidiana reagisce subito.“La Repubblica” titola un pezzo di Marco Ansaldo “Le nozze gay: una ferita per la pace“. “Matrimonio gay, ferita per la pace” titola “il manifesto” un articolo di Luca Kocci. Per Marco Politi su “Il Fatto quotidiano”,  “Le parole contro i gay allontanano la pace”. “Pubblico” titola “Il Papa: le nozze gay un attacco alla pace”. Più cauto il “Corriere della Sera: “E’ giusto aprire ai matrimoni gay, ma nessuno pensa ai diritti dei figli” (Massimo Nava). Sintonizzato con il papa è “Il Foglio”: “La pace non è relativista, dice il Papa”. L’”Avvenire” titola “La via del bene”.

Ma la reazione di gran lunga più interessante è la lettera aperta scritta al Papa da Giovanni Geraci (che aveva partecipato nell’assemblea del 15 settembre a Roma “Chiesa dei poveri, Chiesa di tutti”, in memoria dell’apertura del concilio Vaticano II), il quale ad un certo punto scrive: “La invito a domandarsi in cosa sta sbagliando se è arrivato addirittura a stabilire tra pace e rispetto dei diritti delle persone omosessuali una relazione che è l’esatto contrario di quella che tutti possono osservare e se è arrivato a contraddire una raccomandazione morale importante come quella, da Lei ricordata, che ci invita a fare nostri i bisogni degli altri”.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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