ARTURO PAOLI. “Cent’anni di moltitudine”

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Con questo titolo sul n.21 di “Sette”, rivista settimanale del Corriere della Sera, del 25 maggio scorso, Cesare Fiumi racconta i quasi cent’anni (a novembre) di Arturo Paoli, “l’italiano che sfida le ingiustizie”. Accompagnano l’articolo alcune belle fotografie di Carlos Folgoso. Di Paoli, di cui di recente è uscita una biografia scritta da Silvia Petitti e edita dalle edizioni San Paolo, Fiumi ricostruisce le tappe essenziali: la vocazione adulta, a 25 anni, la partecipazione alla Resistenza a Lucca (dove è nato e dove da alcuni anni è tornato a vivere), l’aiuto dato a centinaia di ebrei (per il quale ha ricevuto da israele il titolo di “Giusto tra le nazioni”, i 5 anni passati come vice assistente nazionale della Gioventù di Azione Cattolica (1949-1954) fino alla crisi della presidenza di Mario Rossi, il suo allontanamento, il lavoro come cappellano nelle navi di chi emigrava in America Latina, l’incontro con i piccoli Fratelli di Charles de Foucauld,  i 14 mesi passati in solitudine in un deserto in Algeria (che racconta in un libro scritto nel 1980, rielaborato oggi e riedito da Chiarelettere: “La pazienza del nulla”), il lavoro come magazziniere nel porto di Orano, la fondazione tra i minatori in Sardegna della prima comunità italiana dei Piccoli Fratelli, e poi i tanti decenni tra Argentina e Brasile a fianco dei più poveri e l’anticipazione della teologia della liberazione di Gustavo Gutierrez. “Oggi – dice a Fiumi parlando della Chiesa – manca l’audacia. Molto più richiesta, in un Papa, di una grande cultura teologica”. E aggiunge: “Come ha dimostrato Giovanni XXIII con il Concilio: una primavera troppo breve che è stata tradita”.

 

L’articolo in:

http://www.fondazionebmlucca.it/public/rassegna/pdf/113SIA5072.PDF

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