Anni difficili

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 Luciano Caimi, in “Appunti di politica e cultura”, n. 1 del 2012.

Lettera del Presidente di “Città dell’uomo” a soci e simpatizzanti (Milano, 18 gennaio 2012)

 Cari amici e amiche, come di consueto, mi faccio vivo a inizio d’anno, intanto per porgere a ciascuno di voi e alle vostre famiglie l’augurio più cordiale di un 2012 sereno e operoso. L’occasione è propizia anche per condividere qualche pensiero sul non facile momento che stiamo attraversando. Il 2011, lasciato da poco alle spalle, è stato in effetti un anno molto difficile. Aprivamo il n. 1 di “Appunti di cultura e politica”, con I’articolo Decenza: principio non negoziabile. Voleva essere una ferma denuncia degli inqualificabili comportamenti “privati” dell’allora presidente del Consiglio, causa, assieme ad altro (non si dimentichino, per esempio, le oscure trame delle cosiddette P3 eP4), di un grave degrado istituzionale, con sempre più preoccupanti ripercussioni negative sulla nostra credibilità a livello internazionale. Tacere di fronte a quello che stava venendo ogni giorno alla luce avrebbe significato quanto meno negligenza e ignavia. L’indignazione montante da più parti era sacrosanta. Occorreva però conferirle sostanza politica: cosa che, sotto vari aspetti, non tardò a manifestarsi. Infatti, la vasta mobilitazione popolare, con in prima fila moltissimi giovani, che alle amministrative di primavera fece registrare insperati successi del centro-sinistra in alcune roccaforti del centro-destra (su tutte Milano), rappresentò un segnale inequivocabile di novità. Il vento stava davvero mutando. La voglia di cambiamento era apparsa in modo palese, anche se buona parte delle nuove energie messe in campo non sembravano facilmente inquadrabili entro i tradizionali schemi partitici. Con l’estate, l’acuirsi della crisi economica, per lungo tempo quasi negata, poi minimizzata e, in ogni caso, mai presentata nei suoi termini reali, non lasciava scampo all’illusionismo verbale e mediatico del ministro dell’Economia (e dei rappresentanti di governo). Si assistette al succedersi di manovre finanziarie tanto pesanti quanto inconcludenti, a sempre più insanabili spaccature intra-governative, al reiterarsi di miserevoli operazioni di “campagna acquisti” per salvaguardare in qualunque modo la maggioranza parlamentare. Ma l’esito dell’esecutivo in carica sembrava ormai segnato. Il disperato accanimento terapeutico» per tentare di mantenendo in vita non avrebbe sortito positivi effetti.

Certo, la prolusione del card. Bagnasco al Consiglio permanente della Cei (26 settembre) fece intendere che anche la gerarchia ecclesiastica, considerando con crescente preoccupazione il quadro politico nazionale, aveva ormai maturato il convincimento circa la necessità di un cambio nella guida del paese. Nel passo del discorso dedicato alla “questione morale”, il presidente dei vescovi italiani usò parole d’inconsueta chiarezza per denunciare il degrado cui si era giunti. Occorreva “purificare l’aria, – disse -, perché le nuove generazioni non restassero avvelenate, dai cattivi esempi di troppi politici”. Tutti capirono che, sebbene non nominato, sul banco degli imputati, in prima

fila e al primo posto, vi era Berlusconi. Una così palese denuncia significava anche sottrazione di fiducia da parte della Cei al governo in carica (sin lì considerato – dobbiamo pure ricordarlo – con occhio benevolo). È vero, come si premurò di precisare al termine dei lavori del Consiglio permanente il segretario della Conferenza episcopale, mons. Crociata, che non sono i vescovi a costituire o destituire i governi, però, nel caso specifico, la presa di posizione assunta concorreva ad aggravare la già compromessa stabilità del gabinetto Berlusconi.

L’incontro della Cei fece da apripista anche per la convocazione a Todi (metà ottobre) di un cartello di associazioni cattoliche, con l’intento di ragionare sul da farsi in una situazione socio-economica sempre più difficile e con alle porte l’ormai ineluttabile mutamento del quadro politico-governativo. Patrocinato dall’episcopato – la prolusione venne tenuta dal card. Bagnasco -, il Forum sembrò confermare, pur con accenti diversi, la volontà di rilanciare a tutto campo un certo «protagonismo, cattolico, per tornare a essere «presenza vitale, e ben riconoscibile nella società. Che cosa, in concreto, stesse dietro queste aspirazioni non appariva del tutto chiaro. Per il momento, sembravano tuttavia emergere due indicazioni: l’esclusione di una formazione politica targata in senso espressamente cattolico; una – invero malcelata – propensione a investire politicamente sull’area di centro-destra. Fra i capi-fila della riunione umbra sorprese non poco il fatto di trovare personalità dei mondi sociale e culturale che, schierati sino al giorno prima a sostegno della compagine governativa, mostravano ora di volerla abbandonare al suo destino. Ovviamente, anche in campo politico è legittimo cambiare opinione, però ci si sarebbe aspettato – in quella e in altre sedi… più alte – almeno una parola di autocritica sulle effettive colleganze sin lì stabilite. Invece nulla di questo.

A circa un mese di distanza dal Forum lo scenario è finalmente mutato. Berlusconi ha rassegnato le dimissioni e, grazie al deciso impegno in prima persona del presidente Napolitano, si è giunti, in breve lasso di tempo, a comporre un governo «tecnico>> presieduto da Monti, che ha ottenuto sostegno da una maggioranza parlamentare tanto larga quanto inedita e del tutto provvisoria (colpisce – sia detto in parentesi – la presenza alla guida di dicasteri importanti proprio di alcuni protagonisti dell’incontro di Todi: pura coincidenza?). Ad ogni modo, quello in carica è un governo di emergenza) per una situazione di emergenza. La cronaca di questi giorni ci rende costantemente edotti delle enormi diffìcoltà che esso deve superare per uscire, insieme all’Unione europea, dal periglioso tunnel della crisi. Sino a quando durerà nessuno, al momento, è in grado di dirlo. Di sicuro, prima o poi la parola tornerà agli elettori. Ed è pensando a quel momento che non si può celare la preoccupazione di arrivarci ancora con la legge elettorale in vigore, vista la pronuncia negativa della Corte Costituzionale sul referendum per abrogare il porcellum calderoliano.

Ebbene, in questo complesso e mobile scenario, “Città dell’uomo” ha cercato di offrire, in linea, del resto, con i propri compiti statutari e con la propria tradizione, occasioni di approfondimento critico. Fra le iniziative dei 2011 mi piace almeno ricordare: la tavola rotonda di aprile sulle radici della crisi economica; il convegno di maggio dal titolo “Lo stivale scucito. Quel che resta dell’unità d’Italia”; l’incontro di ottobre su Lega Nord e Chiesa; la seconda edizione della Cattedra «Giuseppe Lazzati, sul Concilio. Siamo riusciti anche a pubblicate – ed è motivo di particolare soddisfazione – il testo Etica e verità in democrazia, Cooperativa culturale In dialogo, che raccoglie contributi di M. Nicoletti, G. Formigoni, L.F. Pizzolato. Un supporto, come sempre importante, all’attività di ricerca e riflessione associativa è venuto dalla rivista “Appunti di cultura e politica”, che – mi sembra bello sottolinearlo – va riscuotendo da più parti sinceri apprezzamenti.

Consapevole di condividere con altri ente associazioni, pur nella differenza della rispettiva mission, sensibilità culturali, ecclesiali e socio-politiche, “Città dell’uomo”, anche nell’anno passato, ha coltivato significative forme di collegamento e di sinergia. Ne ricordo, in special modo, due. La prima interessa un gruppo di sigle (Azione Cattolica Ambrosiana, Acli, “Ambrosianeum”, Cif Regione Lombardia, Comunità di Sant’Egidio di Milano, Fondazione “Giuseppe Lazzatir”), che, trovatesi per riflettere insieme in occasione delle elezioni amministrative milanesi della scorsa primavera, hanno deciso di protrarre la positiva esperienza avviata. Frutto della comune decisione è stato il convegno sul problema della legalità nel mese di novembre.

La seconda forma di collegamento riguarda l’attivazione, dopo un percorso abbastanza lungo e impegnativo, di una rete tra associazioni dell’area cattolico-democratica. E stato lanciato on-line il portale www.c3dem.it Costituzione, Concilio, Cittadinanza, Per una rete tra cattolici e democratici. Si tratta di uno strumento per promuovere forme di interazione associativa, dibattiti socio-politici, pronunciamenti su temi di rilievo civile, segnalazioni di “buone pratiche” civiche, documenti e pubblicazioni. L’iniziativa è stata presentata in un convegno di metà novembre a

Roma (“Domus Pacis”). Da quell’incontro si è avuta definitiva conferma circa la validità di quanto intrapreso, che, oltre alla cura del portale, vedrà le associazioni aderenti (attualmente una ventina) promuovere di comune accordo un appuntamento pubblico annuale di studio e approfondimento.

Cari amici e amiche, di lavoro, dunque, se n’è fatto e alcune prospettive d’impegno che si aprono sembrano quanto mai promettenti. Siamo, del resto, convinti che, nella presente congiuntura socio-politica ed ecclesiale, occorra alimentare con generosità e determinazione la presenza viva della cultura cattolico-democratica, per affrontare con aggiornato senso storico, in fedeltà ai principi/valori della Costituzione e del Concilio, i complessi problemi dell’oggi. “Città dell’uomo” c’è e, nel suo piccolo, vuole continuare a offrire un contributo di ricerca e di idee.

 Con viva cordialità, Luciano Caimi

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