Alla ricerca di guide e profeti…

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Cercavo parole per descrivere la situazione in cui stiamo vivendo, i sentimenti che proviamo. E mi sembra di poter dire così: par di vivere un momento minaccioso in cui ci sono segni di tempesta, ma ancor più se ne temono. E mi pare che c’è anche molta nebbia e non si sa dove andare per sfuggire al nubifragio, o almeno per rifugiarsi in un luogo meno pericoloso. Il fatto è che il cielo è scuro e il terreno insicuro su tutti e due i versanti della montagna che stiamo affrontando, e vivendo: quello spirituale-ecclesiale e quello culturale-politico. Eppure sappiamo che è normale e necessario affrontare il maltempo; sappiamo che si può arrivare alla meta e che lassù, in alto, sopra le nubi, il cielo e la terra sono bellissimi sia di giorno quando c’è il sole sia di notte quando ci sono le stelle.

Mi sembra dunque comprensibile, e giusto, che noi oggi cerchiamo delle guide, dei compagni e dei maestri di viaggio per attraversare le nubi e arrivare alla meta. Un esempio? Vedo che giornali e riviste (e anche le persone e i gruppi…) sono alla ricerca di maestri, di figure esemplari che nel recente passato, e dunque anche oggi, possono aiutarci a leggere i segni dei tempi, cioè della strada e delle nubi, della terra e del cielo. È davvero un atteggiamento spontaneo (e sapiente): ritrovare le figure esemplari, ascoltarne la voce o rileggerne gli scritti o ricordare i loro gesti, le loro scelte… Certo, avremmo desiderato anche che il Sinodo ci dicesse qualcosa di più, ma forse maturerà col tempo.

Dalla stagione del Concilio ad oggi, ad esempio, la Chiesa italiana ha avuto il dono della presenza di testimoni e profeti che anche oggi possono aiutarci, e molto, ad affrontare le difficoltà e, anzitutto, a capirle. Il bellissimo mensile Koinonia (curato a Pistoia dalla comunità domenicana insieme a un gruppo di laici) ha dedicato quest’anno vari numeri alle figure di profeti che ci sono stati accanto negli scorsi anni e che oggi ci indicano la strada. Koinonia ha dedicato il numero di marzo a David Maria Turoldo , il numero di aprile ad Ernesto Balducci e al suo coraggioso confronto con la modernità,in luglio al vescovo missionario in Pakistan Paolo Andreotti e al teologo Dalmazio Mongillo, in agosto al padre Claverie, testimone e vittima della riconciliazione a Tibhirine in Algeria (ricordate “Uomini di Dio”?), in settembre a Papa Giovanni con numerosi contributi molto belli, in ottobre al cardinale padre Carlo M. Martini. A novembre infine il fascicolo di Koinonia (Piazza San Domenico, 1 51100 Pistoia – email koinoni@tin.it ) è dedicato “al profeta ignoto” don Luigi Rosadoni, “un prete”, come raccontava egli stesso “che cerca nella fede con la sua comunità”.

Tra i “profeti” cui chiedere luce vi è certamente Carlo Maria Martini al quale in realtà si rivolgono oggi, come per avere un aiuto per il cammino, molti credenti e molte pubblicazioni e riviste. Anche Il Gallo (casella postale 1242, 16121 Genova – ilgallo@alice.it ) offre nel fascicolo di novembre la prima puntata di un contributo di don Gianfranco Bottoni, che collaborò con il cardinale sui temi dell’ecumenismo e del dialogo. Egli ricorda che Martini volle sulla lapide della sua sepoltura il versetto del salmo 19: “Lampada per i miei passi è la tua parola, luce sul mio cammino”. E parla della sua passione per il dialogo, strada essenziale non solo per esprimere l’amore ma anzitutto per capire la realtà storica in cui viviamo. Certo il biblista gesuita, indimenticato cardinale di Milano è, agli occhi di tutti, un profeta e una guida per “una Chiesa capace di futuro”, come la rivista Presbyteri ( ottobre 2012) riassume un ampio brano tratto dalla Conversazioni notturne a Gerusalemme. In realtà tutto il numero della rivista, intitolato “sulla strada di chi non crede” è una ricerca di testimoni e di guide per costruire davvero una cristianità post-costantiniana. E si cita infatti Charles de Foucauld, Primo Mazzolari, Karl Barth e i fratelli di Taizé (e Teresa di Lisieux e Francesco d’Assisi….).

Sempre sul fascicolo di novembre Il Gallo ricorda anche tre “profeti” che, pur diversi tra loro, possono insegnare qualcosa ai cristiani di oggi: Papa Giovanni, Antonio Fogazzaro ed Ernesto Buonaiuti. Di Fogazzaro Giorgio Chiaffarino ricorda la “passione ecclesiale”. A proposito di Buonaiuti si dà notizia tra l’altro della nascita di un “Comitato per una migliore conoscenza e per la riabilitazione di Ernesto Buonaiuti nella Chiesa e nella società”. Di Papa Giovanni si parla in riferimento al recente libro curato da Luca Rolandi che raccoglie brevi ma incisivi commenti a testi conciliari: Il futuro del Concilio, Effata ed 2012, pp 140, 19 euro).

Ma non tutti i “profeti” sono già nella luce di Dio: Arturo Paoli è ancora qui con noi; e a lui, maestro, amico e compagno di viaggio da un secolo, Oreundici , mensile per la crescita umana e spirituale nel quotidiano (Via Ottaviano, 105 Roma – oreundici@oreundici.org) , dedica il numero di novembre, ricordando le grandi tappe della sua vita. Dai pur brevi interventi di Mario De Maio, Servio Soave, Silvia Pettiti, Alberto Maggi e Roberto Mancini emerge tutta la forza illuminatrice della testimonianza di fratel Arturo e il grande insegnamento che egli ha diffuso con l’esempio e la testimonianza personale in Europa, in America Latina e in tutta la Chiesa.

(a.bert.)

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