ADISTA: un nuovo progetto per una nuova sinistra- PRESBYTERI: dalle periferie un nuovo umanesimo – IL FOGLIO: conversione al bene, nella propria religione – KOINONIA: l’annuncio ai lontani –èAFRICA: Ebola non molla la presa

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Un’ampia riflessione orientata a proporre “un nuovo progetto per una nuova sinistra” è proposta su Adista (n 32) da Francesco Gesualdi, fondatore del Centro nuovo modello di sviluppo (www.cnms.it). Egli pone un problema che molti militanti della sinistra sentono nella coscienza, ma faticano a immaginare nella realtà. A loro, e anche a quanti nel Pd sentono questa inquietudine, Gesualdi offre una traccia di progetto che potrebbe essere approfondita e sperimentata nella pratica. È proprio l’idea di partire da un progetto di società, invece che dall’individuazione di alcuni nodi da correggere per rendere un po’ meno ingiusta la società attuale, che caratterizza questa proposta che meriterebbe di suscitare un vasto dibattito e adeguati approfondimenti. Sullo stesso fascicolo di Adista-Segni Nuovi Ingrid Colanicchia rievoca la strage di Sabra e Chatila perpetrata nel 1982 da falangisti libanesi con l’appoggio degli israeliani.

S’intitola “Dalle periferie un nuovo umanesimo” il fascicolo 7/2015 di Presbyteri che si apre con un editoriale intitolato “è in gioco la salvezza o l’infernalizzazione della vita”. È un’ampia riflessione che s’ispira alla Gaudium et Spes ma affronta con chiarezza l’attualità e sostiene una tesi abbastanza radicale: dalle periferie un nuovo umanesimo. Dalle periferie, soprattutto da lì, può venire quella spinta di rinnovamento (di giustizia e di verità) di cui abbiamo urgente bisogno perché “si radicalizzano ogni giorno di più le distanze tra chi conta e chi non conta, tra chi sta nei palazzi e chi si fa un giaciglio tra i cartoni, tra chi si arricchisce sulle guerre e il povero che le subisce …”. Tutto il fascicolo della rivista costituisce un contributo assai stimolante e coraggioso in vista del prossimo V convegno ecclesiale nazionale che si terrà a Firenze col titolo “In Gesù Cristo il nuovo umanesimo”. La riflessione di Presbyteri ci dice che Gesù si trova soprattutto, anche oggi, nelle periferie del mondo. Tra gli autori del fascicolo il vescovo Francesco Montenegro, il cardinale Silvano Piovanelli, Felice Scalia, Annalisa Caputo.

Di fronte alle tensioni che si manifestano in varie parti del mondo e di fronte al rischio frequente che esse si trasformino in conflitti, Enrico Peyretti su Il foglio (n 424) esorta alla “conversione al bene, nella propria religione” perché tutti, cristiani, islamici e fedeli di altre religioni abbiamo avuto la tentazione di imporre agli altri la nostra propria religione, quand’era possibile. E ricorda che “gareggiate in opere buone, dice a tutti Dio nel Corano: ecco la vera gara tra le persone di religioni diverse”.

Commentando l’Esortazione Evangelii Gaudium di papa Francesco, il domenicano Alberto B. Simoni scrive su Koinonia di settembre: “… è dunque chiaro che l’annuncio ai lontani è il compito primo della Chiesa e che l’azione missionaria è il paradigma di ogni opera della Chiesa, al tempo stesso in cui rimane per essa la massima sfida”.

L’impegno dei medici volontari del Cuamm in Africa è ammirevole e forse non abbastanza conosciuto. Può aiutare leggerne notizie ed esperienze sul loro bimestrale d’informazione èAfrica. Sul fascicolo di agosto, ad esempio, si trovano varie notizie su progetti, interventi, dolori e speranze che ogni giorno toccano la vita delle popolazioni e dei medici che prestano il loro servizio. Da vari luoghi vengono raccontati segni di miglioramento; ma, in particolare dalla Sierra Leone, Marta Bracciale, medico Cuamm, segnala che il virus Ebola non molla la presa e provoca tuttora numerose vittime, rendendo necessario un rinnovato impegno per la diffusione del vaccino(che risulta assai efficace).

(a.  bert)

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