ADISTA: Papa Giovanni, “Non lasciamolo solo” – CERCASI UN FINE: “Siamo stati adolescenti anche noi – IL GALLO: “Per un recupero positivo della laicità” – RICERCA: il rapporto Chiesa-democrazia-politica – CONSACRAZIONE E SERVIZIO: “I consacrati e la rete”

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Adista n 21 (giugno 2013) nel fascicolo “Segni nuovi” offre un toccante ricordo di Papa Giovanni, a 50 anni dalla morte, uscito dalla penna e dal cuore di Gigi Pedrazzi. Conclude: “Non lasciamolo solo, non basta ricordarlo. È sapienza seguirlo”. Sullo stesso fascicolo riflessioni di Mario Bandera e Alessandro Santagata sull’Editto di Milano e un bel ricordo, quasi “in parallelo” di don Pino Puglisi e del vescovo Cataldo Naro. Sul fascicolo “blu” precedente (n 20) da leggere il ricordo di don Gallo scritto da un altro sacerdote di frontiera, don Vitaliano Della Sala e un resoconto dell’assemblea di Agire politicamente, svoltasi il 18 e 19 maggio: “la crisi della rappresentanza è un’emergenza democratica”.

“Siamo stati adolescenti anche noi e abbiamo provato (molto) fastidio per tutti gli adulti che ci trattavano da stupidi, vuoti e incapaci di progettare la propria vita. Gli adolescenti hanno i loro riferimenti, ad ogni livello. Sta a noi creare occasioni per confrontarci con loro affinché ricevano un valido aiuto nella costruzione della loro identità”. Così Rocco d’Ambrosio introduce il numero 80 (maggio 2013) di Cercasi un fine, il giornale che si ispira a don Milani. E, infatti, cita una sua frase programmatica: “Educo i miei ragazzi vivi a essere buoni figlioli, responsabili delle loro azioni, cittadini sovrani”. Oltre a vari e belli articoli, il giornale offre in prima pagina la fotografia di Malala Yousafzai, nata nel 1997, giovane adolescente del Pakistan, candidata al Nobel per la Pace, testimone di giustizia e di pace, di promozione e difesa dei diritti umani (soprattutto di fronte all’integralismo talebano).

“Per un recupero positivo della laicità”: è questa la necessità e l’auspicio che Giannino Piana (specialista di teologia morale, ma anche uomo di grande spirito e cultura) esprime su Il Gallo di giugno. Laicità cristiana non significa certo paura o polemica con il mondo laico né rivendicazione di forme improprie e dissimulate di potere temporale, come la “religione civile” e le ingerenze indebite (pur frequenti, purtroppo). “L’attentato (forse) più rilevante alla laicità è rappresentato dalla difesa insistita (talora persino ossessiva) che la Chiesa cattolica è venuta facendo negli ultimi decenni dei cosiddetti valori non negoziabili. Piana auspica che si ritorni allo spirito del Concilio. Esso, infatti, “ha purtroppo subìto negli ultimi decenni, un forte ridimensionamento, dovuto all’insorgere di frustrazioni e paure … Eppure solo da una ripresa di quello spirito, dalla capacità di tornare a respirare quel clima di apertura e di dialogo, senza alcuna pretesa di egemonia, è possibile sperare in una Chiesa rispettosa della laicità e in grado di dare il proprio importante contributo alla costruzione di un mondo più libero e più solidale”. E conclude: “Salutando con soddisfazione le prime scelte di papa Francesco, ci auguriamo che intenda aprire la Chiesa a questo spirito”.

Un importante fascicolo dedicato quasi interamente al rapporto Chiesa-democrazia-politica è il n 3-4 del 2013 della rivista Ricerca, bimestrale della Fuci. Alle riflessioni sulla crisi attuale (che è insieme economica e democratica) espresse dal condirettore Andrea Michieli, seguono vari articoli e riflessioni sulla “democrazia cognitiva per una democrazia planetaria, sul rapporto tra democrazia, complessità e pluralismo, sul nesso tra verità, ragione e politica, sul rapporto travagliato tra Democrazia e Chiesa. Tra gli autori Stefano Ceccanti, Luciano Canfora, Stefano Nannini, Roberto Gatti, Guido Formigoni e il vescovo Ignazio Sanna.

Consacrazione e Servizio (maggio-giugno) offre vari contributi su “Papa Francesco e le religiose”, un parallelo tra Brigida e Madeleine Delbrel, ma soprattutto comprende un fascicolo allegato che è un “segno dei tempi”. S’intitola “I consacrati e la rete” ed è un volume di 128 pagine per aiutare soprattutto le religiose a fare un uso consapevole e intelligente degli strumenti informatici; e per avvicinare la “cultura di Internet con intelligenza, senso critico e capacità di “formarsi e formare alla comunicazione” anche in queste forme profondamente nuove. Non c’è solo la dipendenza da Internet né solo il digital divide; se si è capaci e preparati c’è anche la possibilità di apprendere e insegnare molte cose buone e valori autentici.

(a.bert.)

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