LA CIVILTA’ CATTOLICA: i gesuiti e gli occhi di Francesco – APPUNTI DI CULTURA POLITICA: la questione giovanile – KOINONIA: che cosa possiamo fare oggi, da cristiani e da spiriti liberi – OREUNDICI: crescita umana e spirituale nel quotidiano.

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Sette anni di pontificato. Li compie Papa Francesco e li festeggiano i gesuiti dedicandogli, tra l’altro, l’editoriale de La Civiltà Cattolica n 4073, di fine marzo. Nell’editoriale, intitolato I gesuiti e gli occhi di Francesco, p. Arturo Sosa ricorda che la Compagnia, presente in 110 Paesi di tutto il mondo, è composta da 15.600 gesuiti, impegnati (in sintesi) “a indicare il cammino verso Dio mediante gli esercizi spirituali e il discernimento; a camminare insieme ai poveri, agli esclusi del mondo, ai feriti nella propria dignità; ad accompagnare i giovani nella creazione di un futuro di speranza; a collaborare nella cura della casa comune”. Il medesimo fascicolo della rivista ospita un attento e articolato saggio sulla crisi del clima, che richiede grande attenzione e impegno anche in rapporto ai temi dell’economia e allo sviluppo integrale dell’uomo per evitare sia la povertà globale che la devastazione ambientale.

La “questione giovanile” è affrontata con coraggio e chiarezza da mons. Giuseppe Angelini (già preside della facoltà teologica dell’Italia settentrionale) sul fascicolo n 1/2020 di Appunti di cultura e politica. Dopo aver accennato ai rischi di “un’adolescenza interminabile e una giovinezza assente”, l’autore affronta gli aspetti civili, culturali e pastorali che i credenti e le autorità della Chiesa devono affrontare se intendono veramente contribuire alla crescita del mondo giovanile… E conclude: “Non basta affatto ascoltare i giovani. Per dare loro la parola non basta passare il microfono. Occorre dare una lingua. E per dare loro una lingua occorre anzitutto che la Chiesa disponga di una lingua propria che consenta di parlare con loro”.

Koinonia è un vivace e intelligente periodico mensile diretto da Renato Scianò e indirizzato anzitutto ai membri dell’omonima associazione. Ma può affascinare anche tutti coloro che hanno il desiderio di capire meglio dove siamo e che cosa possiamo fare oggi, da cristiani e da spiriti liberi. Non a caso il fascicolo di gennaio 2020 apre mettendo in luce il discorso di Papa Francesco che, nello scorso dicembre, spiegava alla Curia romana “Fratelli e sorelle, non siamo nella cristianità, non più!”. E nelle pagine successive si può rileggere un testo di padre Chenu op. sulla fine dell’”era costantiniana”. Una fine che si è consumata da tempo, forse da secoli, ma molti cattolici (e non solo) credono che non si sia ancora compiuta. E così padre Alberto Bruno Simoni, con ampi riferimenti al grande teologo M. Dominique Chenu spiega tutto quel che è cambiato nella Chiesa (e nel mondo) da prima del Concilio ad oggi, così che possiamo, o dovremmo sapere, che è finita, da tempo, l’”era costantiniana” (e non è saggio averne nostalgia!). La rivista Koinonia prosegue poi, sul numero di febbraio, la riflessione sull’era costantiniana e sottolinea che la “chiesa in uscita” talora evocata da Papa Francesco preannuncia proprio questo modello di Chiesa in cammino, diffusa anche fuori ed oltre le mura, aperta a tutti e coraggiosa, non “in difesa” ma “in servizio”, come illustrano il testo di Sergio Tanzarella (ricordando l’Isolotto) e le testimonianza di Carlo Carlevaris (prete operaio) e il testo di Donatella Coppi (“Il cristianesimo che ancora non esiste”).

Oreundici, mensile per la “crescita umana e spirituale nel quotidiano” dedica il numero di febbraio alla tenerezza. È un fascicolo molto interessante che si apre con il testo della bellissima relazione che don Carlo Molari, certo uno dei migliori teologi italiani, ha tenuto a gennaio al convegno di Oreundici. Seguono l’intervento dello psichiatra Eugenio Borgna sulla “gentilezza”, che ci consente di fare esperienza luminosa dei rapporti interpersonali e di quelli…con Dio! E poi via via, nelle pagine successive, si parla di Tenerezza, umiltà, amore. E si conclude con il sogno di un’economia e di una convivenza civile ispirata a questi valori.

(a. bert.)

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