30 Novembre 2016
by Giampiero Forcesi
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Carlo Hanau: “Il mio Sì al Referendum e il caso della legge sull’autismo”

30 Novembre 2016

 

Quale è la vostra posizione sulla riforma della Costituzione e sul relativo referendum, e come la motivate?

Voto SI.

Ho seguito da vicino le recenti leggi che interessano l’autismo, la 134 del 2015 sull’autismo e la legge 112 del 2016 sul Dopo di noi. Per questo consiglio PERSONALMENTE di votare SI, perché si riesce a ridurre  l’inefficienza del sistema bicamerale c.d. “perfetto” o paritario, tipico dell’Italia, caso più unico che raro fra tutti i Paesi democratici, e perché si diminuisce il potere delle Regioni in sanità e nei servizi sociali, fonte di anarchia e diseguaglianze intollerabili.

Ho constatato l’enorme difficoltà del Parlamento ad approvare una legge, anche quando c’è un sostanziale accordo di tutte le forze politiche sui contenuti ed anche quando i relatori dei disegni di legge seguono con assiduità l’evoluzione delle procedure, come nel caso specifico la Sen.Padua e l’On.Carnevali, entrambe del PD, maggioranza di Governo, e quindi nelle condizioni più favorevoli per fare approvare un disegno di legge.

Ognuna delle due Camere ha tante commissioni (confronta le pagine 22-26 de Il Bollettino dell’Angsa n.1-3 del 2015) che devono dare un parere favorevole sul testo, prima di passare il risultato all’assemblea plenaria, ed ogni modifica implica il ritorno da capo del procedimento. Nel caso della legge 134, il disegno di legge era partito dal Senato, dove sono state fatte molte decine di audizioni, l’esame della Commissione bilancio ha implicato, questa sola, la perdita di un semestre; la Camera ha fatto delle modifiche e il Presidente del Senato, con l’accordo di tutti i gruppi parlamentari, ha concesso che l’approvazione definitiva delle modifiche venisse fatta dalla Commissione del Senato in sede deliberante, evitando il passaggio in aula plenaria. In una legislatura di 5 anni tale vantaggio viene dato soltanto a due o tre disegni di legge, e se così non fosse stato per la 134 si sarebbe dovuto rinviare l’approvazione a non si sa quando; e se il Governo e la legislatura cadono, si riparte da zero ogni volta, così come è capitato a una decina di progetti di legge sull’autismo degli anni scorsi. Se dipendesse da me, abolirei del tutto il Senato, ma la politica è fatta di compromessi e la proposta referendaria di ridurre le competenze e il numero dei componenti del Senato è quella votata dalla maggioranza delle Camere e su questa il referendum ci chiama a votare.

Un altro motivo per votare SI è che il referendum riduce i danni derivati dal cambiamento del titolo V della Costituzione, preparato durante il Governo presieduto da D’Alema fino all’aprile 2000 e approvato all’inizio del 2001 durante il governo Amato, che avrebbe dovuto migliorare il Servizio sanitario nazionale autonomizzando e responsabilizzando le Regioni. Purtroppo i risultati sono stati molto diversi dalle attese: il Servizio sanitario è diventato un’arlecchinata dove ogni Regione ha realizzato la sua autonomia senza assumersi nessuna responsabilità per le scelte sbagliate fatte. Le Regioni che offrono un servizio peggiore ricevono dallo Stato le stesse risorse pro capite delle altre. Le distanze fra un regione e l’altra sono aumentate insieme alla diseguaglianza dei cittadini con malattie e disabilità.

In base alla riforma del titolo V le Regioni vogliono avere piena libertà di legiferare sulla sanità, persino su materie come le malattie rare, che notoriamente dovrebbero essere regolate a livello nazionale e internazionale. Ricordo che una Regione del Nord minacciò un ricorso contro la legge 134 perché costituiva una lesione dell’autonomia regionale: per fortuna non diede corso alla minaccia, ma se avesse dato corso, la 134 sarebbe stata cassata come incostituzionale, nonostante la legge 134 sia rimasta ad un livello generale, togliendo la possibilità di scrivere precisi diritti a precise prestazioni.  Molte critiche alla legge 134 sono dovute alla necessità di rispettare l’autonomia delle Regioni: si guardi ad esempio l’art.3, punto 2, dove sta scritto che le “Regioni…POSSONO…individuare centri di riferimento” e non “DEBBONO individuare” e si dimostra che la volontà del legislatore nazionale si è dovuta inchinare all’autonomia delle Regioni, alcune delle quali si oppongono alla specializzazione che è necessaria per l’autismo. Stesso motivo ha impedito di specificare tanti altri punti che molti genitori si attendevano.

Ricordo ancora che il Presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, Dr.Oleari, al quale dobbiamo le Linee di indirizzo del novembre 2012, per potere partecipare ad una ricerca sull’autismo a livello europeo si vide costretto a fare il giro delle Regioni chiedendo loro un contributo volontario, perché il Ministero della salute non ha disponibilità di fondi. Il Dr.Oleari non fece a tempo a compiere questa difficile opera di convinzione e l’Italia è stata esclusa dalla ricerca europea che vedeva come capofila la Germania.

Sappiamo che molti casi di autismo sono provocati da molte malattie rare diverse. La gestione delle malattie rare lasciata alle singole Regioni è di per sé stessa un controsenso, perché semmai dovrebbe essere competenza dell’Europa o dell’OMS. Con l’attuale autonomia delle Regioni ci sono alcune che si coordinano fra loro, ad esempio quelle che si sono appoggiate all’ospedale Meyer  di Firenze per le malattie metaboliche rare, mentre l’Emilia Romagna, che pure confina con la Toscana, ha preferito istituire un autonomo centro a Bologna, che per esiguità dei nati in Emilia Romagna non potrà mai arrivare a fare il numero di esami che si ritiene indispensabile per giungere alla specializzazione necessaria per interpretare tutti gli esami che la macchina tandem mass produce. Perciò i risultati dell’esame vengono interpretati e comunicati soltanto per metà di quelli comunicati dal Meyer di Firenze.

 

Secondo voi, è oggi più importante garantire una maggiore governabilità, cioè stabilità dei governi, oppure è più importante assicurare un’ampia e equilibrata rappresentanza alle diverse forze politiche? Ritenete la legge elettorale detta Italicum una legge soddisfacente oppure no, e perché?

Occorre garantire una maggiore governabilità.

L’Italicum deve essere migliorato.

 

Ritenete che Matteo Renzi, come segretario del Pd e come capo del Governo, si muova in un solco in linea di massima corrispondente con la vostra cultura politica, oppure ritenete che presenti dei caratteri che con essa sono scarsamente compatibili o addirittura configgenti? (e, in questo secondo caso, quali in particolare?).

 

In linea di massima corrispondente alla risposta che credo debba essere data alla situazione italiana attuale

 

I percorsi di maturazione e condivisione del consenso sembrano essere sempre più condizionati da meccanismi che poco hanno a che fare con la conoscenza dei temi in discussione, con il confronto, con la comune appartenenza ad aggregazioni capaci di fare nascere visioni e progetti: è una situazione irrimediabile? Come recuperare il terreno perso in questi ultimi anni?

 

Credo ancora nella razionalità e nei valori comuni. Non mi piace chi chiede di votare con la pancia, fondandosi sul ribellismo che la situazione drammatica italiana ha fomentato. Non è facile rimediare alla sfiducia atavica del popolo italiano nel potere pubblico, che tutti i recenti scandali hanno rinforzato. Però ci si deve provare.

 

Prof. Carlo Hanau

già docente di Programmazione e organizzazione dei servizi sociali e sanitari
Università di Modena e Reggio Emilia e Università degli Studi di Bologna

 

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