Sinodo sull’evangelizzazione (1). Il quotidiano “Le Monde” e il pessimismo sulle rigidità della Chiesa

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“In un momento in cui, con il cinquantesimo anniversario del Concilio Vaticano II si profilano lunghi mesi durante i quali i cattolici in tutto il mondo saranno chiamati a fare un bilancio e a trarre gli insegnamenti di un esame di coscienza ben più importante, la posta in gioco per la Chiesa sta davvero soltanto nel modo di proporre il suo messaggio? Oppure nell’evoluzione di una parte di quel messaggio?”. Dice Stéphanie Le Bars in “Le Monde” del 7 ottobre 2012 (traduzione: www.finesettimana.org) in un articolo intitolato Una Chiesa cattolica che dovrebbe abbandonare le sue rigidità. L’evoluzione di cui parla, che sarebbe necessaria ma che non c’è, riguarda ”i punti di rigidità” che la Chiesa mostra tutt’oggi e che sono la causa della “disaffezione della credenza e della pratica religiosa nei paesi tanto del Nord come del Sud”. Argomenti ben noti, dice: divorziati-risposati, contraccezione, procreazione assistita, morale sessuale in generale, l’omosessualità; e, “in un altro registro, il rifiuto categorico di Roma ad aprire il dibattito sul celibato dei preti o sull’accesso delle donne al presbiterato..”. Le Bars è pessimista: “l’abbandono delle rigidità non verrà certo da questo papa, e senza dubbio neppure da quello che gli succederà”. “Benedetto XVI ha recentemente dichiarato che ‘non ci sono sufficienti condizioni’ per un Vaticano III. Eppure – conclude – , la Chiesa non avrebbe forse interesse a rivedere le sue posizioni sui problemi legati alla libertà delle persone in ciò che hanno di più intimo? Cioè quelle posizioni che minano oggi, in gran parte, il messaggio cristiano nel suo insieme”.

Tra i quotidiani italiani dell’8 ottobre, Roberto Monteforte in “l’Unità” (“C’è nesso tra crisi della fede e matrimonio”) parla di “grande offensiva ratzingeriana per la riconquista dell’Occidente secolarizzato” e scrive: “in questa sfida per la riconquista alla fede dell’Occidente, si indica un modello preciso e immodificabile di famiglia: quello tradizionale fondato sull’unione indissolubile tra un uomo e una donna”.  Maria Antonietta Calabrò, sul “Corriere della Sera” non legge, invece, polemicamente l’omelia di papa Ratzinger per l’apertura del Sinodo e ne riferisce semplicemente il contenuto (Il Papa e il matrimonio «È in crisi come la fede»).

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