Responsabili di questo “oggi” e del suo “futuro”!

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di Pier Giorgio Maiardi

La situazione che stiamo vivendo è gravissima in sè e per il futuro che prepara per il mondo, la constatazione è generale e l’opinione pubblica vede, commenta, polemizza e condanna; gli unici che pare non se ne rendano conto sono i politici che determinano le sorti del mondo: questi continuano, ognuno, a seguire la logica del proprio interesse immediato, un interesse economico, di prestigio, di potere, incuranti dei drammi che tutto ciò provoca. L’invasione di uno Stato da parte di uno più forte per la conquista di territori che comporta distruzione e morte di persone e di famiglie,  l’annientamento di un popolo per fame, privazione delle condizioni di vita  e violenza ad opera di uno Stato più forte: tutta roba che accadeva in altri tempi, inconcepibile nel nostro secolo, in un contesto democratico dei diritti acquisiti.

Questa è attualmente la politica mondiale che  è la prima responsabile della situazione. Ma la nostra politica nazionale è altrettanto colpevole, non può limitarsi infatti ad esprimere una giusta solidarietà con il popolo ucraino invaso, e un semplice dissenso per la politica di Israele solamente perché si tratta di una “risposta che non corrisponde al principio di proporzionalità” rispetto al criminale e bestiale attentato di Hamas del 7 ottobre, senza denunciare il disumano genocidio che si sta compiendo, “un crimine contro l’umanità”: la nostra preoccupazione è infatti quella di restare amici degli Stati Uniti che, nonostante la minaccia  di sanzioni, resta amico della Russia, e amici di Israele perché appartiene all’Occidente, faro di civiltà e di democrazia. Questo atteggiamento capovolge tutto il quadro dei diritti umani che è alla base di quella cultura che abbiamo sempre vantato e “difeso”; questa politica capovolge gli equilibri mondiali, distrugge ogni possibilità di rapporti pacifici e costruttivi fra gli Stati, unica condizione per la sopravvivenza del genere umano sul nostro pianeta, la nostra politica nazionale non può vantarsi di essere saggiamente prudente perché cerca di restare amica dei potenti che stanno guidando irresponsabilmente questa opera distruttiva.

Questa politica legalizza, di fatto, il sopruso del più potente nei confronti del più debole e rende accettabile l’annientamento di un popolo da parte di uno Stato egemone nel territorio: in futuro potremmo non scandalizzarci più di episodi analoghi. Si prepara un futuro di inimicizia fra gli Stati, di impossibilità di convivenza pacifica, di rapporti internazionali basati sulla forza, sulla paura reciproca, sulla violenza. Il futuro dell’umanità è gravemente minacciato e la nostra politica nazionale, troppo intenta ad ostentare i propri presunti successi, non mostra di rendersene conto perché è priva di visione del futuro sia interno che internazionale, e si continua a giudicare il nostro Governo saggio ed abile perché sa come muoversi assecondando questa logica cieca e irresponsabile.

L’Europa non può restare disunita, debole, un insieme di Stati gelosi della propria sovranità, amici impotenti e condizionati dagli amici più potenti; il mondo ha bisogno, ora più che mai, di un soggetto credibile e forte che si faccia protagonista di equilibrio e di pace nei rapporti internazionali e la nostra presunta “saggia e illuminata” politica nazionale non può limitarsi a denunciare la debolezza colpevole dell’Europa non facendo nulla per renderla forte, anzi conservando e vantando il nostro nazionalismo patriottico.

Noi, il popolo, non possiamo stare a guardare come se la situazione non riguardasse noi, le nostre famiglie e soprattutto i nostri figli ed i figli dei nostri figli, nella convinzione che il compito spetti esclusivamente ai politici e che noi possiamo limitarci a reclamare il diritto al dissenso: la democrazia è partecipazione attiva e responsabile dei cittadini. Non possiamo permettere che reclamare il diritto elementare alla sopravvivenza di ogni persona, senza alcuna discriminazione, sia considerato utopia perché inconciliabile con le esigenze della politica.

Noi, i cristiani, poi, non possiamo restare fermi e zitti perché la fede nel Vangelo non ce lo consente, il dovere dell’annuncio e della testimonianza ci impongono di parlare e di agire, noi abbiamo le motivazioni per denunciare la profonda ingiustizia in atto ed annunciare la speranza e il dovere di rendere operativa la carità che, prima di tutto, è giustizia con il sacro rispetto per la vita di ogni persona al cui servizio è la gestione politica del mondo, la nostra casa comune! Non possiamo permettere che la rappresentanza del pensiero e della sensibilità cristiana sia fatta propria da una destra politica che ne dà una visione non più accettabile, specialmente dopo la lezione di papa Francesco. Ci pare assai più logico che finalmente il Partito Democratico ricordi le sue ispirazioni fondative e si faccia interprete della presenza cristiana fra i suoi aderenti, una presenza che non può essere considerata un freno alle istanze riformatrici e sociali del partito, quanto invece una forza non estremista ma propulsiva e innovatrice.

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