Nigeria. Appello di Mons. Onaiyekan: “Il mondo non può stare a guardare”

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“Questo orrore è venuto da lontano. La cultura dei terroristi non è nigeriana. Si vuole dividere il Paese per appropriarsi delle risorse naturali”. E’ questa l’accusa che mons. John Onaiyekan, arcivescovo di Abuja, già autorevole presidente della Conferenza episcopale nigeriana, ha avanzato nell’intervista rilasciata a Giacomo Galeazzi, per “La Stampa” dell’11 giugno 2012. Mons. Onaiyekan sostiene da molto tempo che in Nigeria non si tratta di una guerra tra cristiani e islamici, ma che il conflitto è politico e la questione religiosa viene strumentalizzata. Lo ha scritto anche nel documento presentato 15 giorni fa a Nairobi, in Kenya, durante un incontro del Consiglio africano dei capi religiosi. Nel documento, intitolato “Il conflitto e la pace in Nigeria: il ruolo della religione tra disperazione e speranza”, ha spiegato come  “i conflitti definiti come religiosi sono spesso il risultato di manipolazioni politiche e di rivalità fra gruppi contrapposti”.

Ciò non toglie che si è di fronte a “una strage senza fine”, “un calvario quotidiano”, e che “il mondo non può restare indifferente”, dice Onaiyekan.   Su “Il Corriere della Sera” dell’11 giugno Marco Ventura firma un pezzo (“Ancora una strage di cristiani in Nigeria: la guerra di religione è un pretesto”) in cui scrive: “Nel mondo globale, la guerra di religione è la strada più breve e più comoda. Una cortina fumogena al riparo della quale è possibile ogni traffico d’armi, ogni speculazione sulle risorse, ogni manovra di potere. Ogni assalto allo Stato e all’esercito. È questo il gioco degli assassini”.

L’intervista a Onaiyekan è in: http://vaticaninsider.lastampa.it/homepage/nel-mondo/dettaglio-articolo/articolo/nigeria-terrorismo-vescovo-15895/

L’articolo di Marco Ventura è in: http://ilsismografo.blogspot.it/2012/06/nigeria-ancora-una-strage-di-cristiani.html

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