JESUS: a 50 anni dalla Populorum Progressio – LA CIVILTA’ CATTOLICA: un commosso ricordo di Tullio de Mauro – ADISTA: il Forum italiano dei movimenti per l’acqua critica la Raggi – IL MULINO: Paolo Prodi fedele fino all’ultimo al servizio della conoscenza – CONCILIUM: Come praticare il dialogo fra culture e religioni – SERVIR: di fronte ai migranti l’immobilismo della politica – JESUS CARITAS: gridare il Vangelo con la vita-

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Ampio materiale di documentazione e riflessione sui dibattiti in corso e le speranze che attraversano oggi la Chiesa italiana è offerto anche dal fascicolo di marzo del mensile Jesus, che parla, a proposito di quello italiano, di “un episcopato a metà del guado” in un’ampia e interessante inchiesta curata da Vittoria Prisciandaro e Paolo Rappellino. Da segnalare anche le interviste al cardinale Angelo Scola, ad Andrew Garfield, a Padre Tiziano Tosolini; e un vivo ricordo, a 50 anni dalla sua pubblicazione, della coraggiosa enciclica di Paolo VI Populorum Progressio.

Il cinquantesimo anniversario della grande enciclica “sociale” (e molto di più!) è ricordato anche da un approfondito saggio del gesuita Fernando de la Iglesia Viguiristi s.j. su La Civiltà Cattolica n 4001 dell’11 marzo, sottolineando “l’attualità della sua profezia”, ma concludendo: “Paolo VI si è espresso con chiaroveggenza e rigore. Purtroppo molte delle sue denunce continuano a essere realtà. Speriamo che non sia così per molto tempo ancora”.  E proprio qui lo scenario si apre sul pontificato di papa Francesco che fa sperare e credere che quella strada possa essere continuata e realizzata. Poveri e giovani, insomma, hanno molte buone ragioni per avere una grande e rinnovata speranza, aperta da Francesco! Molto bello e quasi sorprendente è il commosso ricordo di Tullio de Mauro che la rivista dei gesuiti offre ai lettori per la penna di Giovanni Arledler sj.

Il Forum italiano dei movimenti per l’acqua ha preso posizione assai critica nei confronti della sindaco Virginia Raggi per la sua disattenzione al tema dei diritti civili, citando in particolare la mancata tutela dell’acqua pubblica che va considerata come bene comune. Anzi i vigili urbani hanno posto i sigilli alla sede del Forum italiano dei movimenti per l’acqua (cfr. Adista n 9/2017). Sempre su Adista (sul n 10) si possono leggere vari brani di un’intervista al card Ravasi che non esclude la possibilità di un diaconato femminile nella Chiesa (ma sottolinea la possibilità che comunque le donne assumano maggiori e più importanti compiti nella vita ecclesiale dalla catechesi alla carità alle finanze … e soprattutto nei luoghi di elaborazione culturale e spirituale come i consigli pontifici, commissioni ecc …).

Un toccante ricordo di Paolo Prodi (che ha concluso il 16 dicembre scorso la sua vita terrena) è offerto da Paolo Pombeni sul n 1/2017 de Il Mulino, ricordando tra l’altro la continua e creativa collaborazione proprio a questa rivista e alla omonima editrice; il lavoro in Università, l’impegno culturale e religioso, ecclesiale. E l’ansia di una comprensione e un dialogo tra dimensione religiosa e storia degli uomini d’oggi, nata anche dall’amicizia con Dossetti su impulso del quale Prodi si specializzò in Storia moderna. Un esemplare impegno insieme culturale, civile, etico e religioso. Conclude Pombeni: “Paolo Prodi è stato fedele fino all’ultimo a questo modo di intendere il servizio agli uomini del proprio tempo e alla conoscenza: dimensioni che non sono in contrasto come aveva imparato fin da giovane e come ha continuato a insegnarci sempre”.

Concilium, la rivista internazionale di teologia edita in Italia dalla Queriniana di Brescia, dedica il primo fascicolo del 2017 a “Come praticare il dialogo fra culture e religioni”. È un tema vastissimo, molto sentito oggi in tutti gli angoli del nostro pianeta, da tutti gli uomini consapevoli; ed è dunque molto interessante, anche se è soltanto, naturalmente, un primo passo, l’ampiezza dei collaboratori, un po’ di tutto il mondo, e la varietà degli approcci. Un ottimo invito ad affrontare un argomento che, oltre l’impostazione teorica, va poi realizzato nella pratica che è insieme sociale, culturale e spirituale…

…e un luogo dove si pratica l’incontro tra culture e religioni è certamente quello dove si trovano migranti e rifugiati. Così diventa interessante anche da un punto di vista culturale e teologico (e non solo di cronaca e di carità) seguire azioni e riflessioni che nascono ad esempio dall’incontro-accoglienza dei migranti. Ne è un esempio Servir, l’agile pubblicazione mensile di informazione dell’associazione Centro Astalli per l’assistenza agli immigrati. Sul Fascicolo 1/2 di quest’anno, ad esempio, il direttore p. Camillo Ripamonti sj. scrive che di fronte al mondo dei migrati che si mettono in cammino per cercare qualcosa di nuovo e migliore (e necessario) “si contrappone (e colpisce) l’immobilismo della politica locale e internazionale che invece di muoversi lasciandosi interrogare da un mondo in movimento …dà risposte non solo vecchie (muri, respingimenti), ma anche inutili e controproducenti, con il tragico risultato di ridurre diritti universalmente riconosciuti in privilegi, e impedendo a chi fugge da guerre, persecuzioni e grave povertà di avere una vita libera e sicura in contesti di pace”.

E la Famiglia dei seguaci di Charles de Foucauld, sulla rivista trimestrale di spiritualità Jesus Caritas (aprile 2017) ricorda il centenario della morte del suo fondatore e rilancia la necessità, l’urgenza di “gridare il Vangelo con la vita” e di pensare e vivere una vita pastorale, come disse de Foucauld: “Desidero occuparmi specialmente delle pecore smarrite. Non lasciare le novantanove smarrite per tenermi tranquillamente nell’ovile con la pecora fedele. Correre dietro le pecore smarrite, come il Buon Pastore…”.

a. bert.

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