I maestri di strada: elogiati, ma dimenticati dal governo

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Intervista a Cesare Moreno a cura di Vittorio Sammarco

Un lavoro encomiabile. quello dei /www.maestridistrada.it/. Soprattutto nei mesi della pandemia. Ma non è volontariato, sono professionisti. E i progetti concordati dovrebbero ricevere quanto meritano. Invece il presidente dell’Associazione, Cesare Moreno, è costretto ad usare parole forti.

Durissimo ma pacato, non sbraita e non si inalbera Cesare Moreno, presidente dell’Associazione Maestri di Strada onlus, ma il suo grido di allarme non può fondarsi solo su parole di convenienza. Anzi: «Il Ministero dell’Istruzione – tecnicamente, precisa – mi sta rubando 140.000 euro. Quando me li restituirà dirò che me li ha restituiti per un prestito non autorizzato. Ma al momento si tratta di furto».

Perché, spiega, i fatti sono gravi, almeno per noi. Una bella storia, di lavoro in condizioni critiche (la pandemia e il lockdown), in quartieri difficili, Napoli, con entusiasmo e professionalità, in qualche mese si è trasformata in modo inspiegabile, in un pesante credito ritardato senza motivo. Per il quale l’Associazione non ha modo di far valere i propri diritti.

 

Cosa sta accadendo presidente?

Si tratta di un progetto fatto dall’aprile 2020 all’aprile 2021, “Coronauti” (in piena pandemia). Questo progetto era un progetto che già facevamo noi con i nostri soldi. Ed era piccolo, alla portata di quello che già facevamo. Mi chiama allora dal Ministero la dottoressa Giovanna Boda, la funzionaria del Dipartimento, che mi conosceva per incontri al ministero quando faceva parte della rappresentanza degli studenti e in seguito quando mi esprimeva solidarietà per  la chiusura inopinata del progetto Chance nel 2008). Ma era una frequentazione, diciamo, di corsa e occasionale, nei corridoi del ministero.

Un giorno mi telefona, a marzo nel 2020, e mi chiede se possiamo dare una mano, vista la situazione grave che si stava creando con la pandemia. Dico di sì, e propongo il progetto dicendo che invece di un’operazione di grandezza, poniamo “dieci”, potremo fare un progetto a grandezza “cento”. Detto fatto: viene organizzata una videoconferenza con il Ministro e con altre associazioni, il progetto viene finanziato e io firmo un contratto con la Direzione generale del ministero ed una scuola che doveva fungere da cassiere, un anticipo di 60.000 euro, sul totale di 200.000. Ad aprile del 2021 si finisce il lavoro. Nel frattempo, verso metà aprile, Giovanna Boda viene inquisita per corruzione e tenta il suicido. Io esprimo la mia solidarietà umana, ma non mi sono preoccupato per il Progetto. E devo anche dire che la funzionaria con me e la mia associazione è stata correttissima. D’altra parte, con noi quale corruzione ci può essere? Come si dice a Napoli… “noi non tenimmo manco gli occhi per chiagne…”. Ma non metto in dubbio le indagini della magistratura. So, anche da giornalisti che hanno letto le carte, che “Maestri di strada” non è stata nominata neppure di striscio in questa vicenda. Sennonché il ministero ha sospeso i pagamenti. Dico, arbitrariamente lo so, che la faccenda potrebbe essere collegata, altrimenti non si capisce perché mi stanno bloccando questi pagamenti. Ho fatto 11 pec e tre richieste di accesso agli atti e non mi hanno mai risposto, ho fatto un incontro con l’attuale Direttore delle risorse umane e finanziarie e non mi hanno detto altro che “stiamo facendo delle verifiche  anche con altre associazioni”. Ma che tipo di verifiche? su che cosa? e poi almeno dovrei essere informato, visto che stanno facendo indagini su di me. E invece niente di tutto ciò. E allora ho messo in moto la stampa. Teniamo conto che sono passati 28 mesi.

E ci sono anche altri aspetti importanti?

Sì, un’altra scorrettezza: quando finisce un progetto dovrebbero rilasciare l’attestato di “completa e regolare esecuzione”. Loro, questo attestato, non me lo hanno dato. Allora la domanda è: se avete firmato un contratto e io ho fatto il lavoro, perché non mi date questo attestato? Lo volete contestare? Fatelo, ma andiamo a vedere su che cosa, affinché possa difendermi. Questa vicenda dimostra che il Ministero dell’Istruzione si ritiene al di sopra della legge, perché stanno facendo delle cose che violano il diritto e le stesse norme contrattuali. Io non sono andato alla stazione a fare “il giochino delle tre carte”…

 

Quante persone ha coinvolto il progetto

Praticamente tutti gli operatori maestri di strada, all’epoca eravamo circa 30, tutti coinvolti, e anche altri in maniera indiretta. Il progetto (nel lockdown) prevedeva la distribuzione dei Pacchi viveri per la mente, che abbiamo fatto girando con un furgone e portando del materiale scolastico, raggiungendo più di 210 ragazzi. L’altra parte del lavoro, anche in collaborazione con il comune di Napoli, è stata la cosiddetta DAD solidale: siccome questi ragazzi a casa loro non ce la facevano a fare la Didattica a distanza, per molti motivi, come i collegamenti di rete scarsi o la situazione particolare di ogni famiglia, noi siamo intervenuti. Siccome abbiamo preso in affitto un vecchio edificio scolastico dismesso che ha 30 aule, avevamo la passibilità di fare lezioni e attività con i ragazzi non solo con i canonici 2 metri di distanza, ma ben 7 perché avevamo spazi a sufficienza! In più abbiamo fatto anche una Web radio sulla situazione di emergenza. Più una serie di attività cooperative via internet. Sono stati fatti dei rap, dei trailer dai ragazzi, e che erano entusiasti. Tutto questo materiale sta su internet, ed è quindi facilmente verificabile che abbiamo fatto un progetto che – nei fatti – vale il doppio di quanto concordato.

 

Tutta gente che quindi ha lavorato gratis?

No! perché io ho pagato tutti, ho anticipato io… questo è il punto! Non so come si comportano le altre associazioni, ma io gli educatori li pago strada facendo, magari alle volte con soldi di altri progetti. E quando la ruota gira va tutto bene. Adesso, però, ho un deficit di bilancio di più di 100.000 euro.

 

E non finisce qui…

Infatti, è successa un’altra cosa brutta. Abbiamo partecipato ad un altro bando del Ministero con le associazioni del Terzo settore, che è stato emesso nel luglio del 2021. Ci hanno messo un po’ di tempo, arrivando al luglio del 2022. E qui la funzionaria Boda non c’entra nulla… L’Associazione Maestri di strada risulta seconda n Italia con 93 su 100, in graduatoria per meriti. Bene: quindi significa che “Maestri di strada” ha qualche titolo per fare questi progetti … Aggiungo che siccome era una co-progettazione, per alcuni mesi sono stato chiamato al Ministero per fare alcune correzioni secondarie al progetto, per lavorarci meglio. Alla fine, in data aprile 2023, ho firmato insieme alla funzionaria del ministero la progettazione definitiva. È stato fatto un bando, perché era un progetto nazionale. Alla fine 25 scuole hanno risposto. Ma il giorno della promulgazione dei risultati risultano operativi sei progetti su sette e non mi fanno sapere niente.  Ho scoperto solo dopo, quando chiamavo mi rispondevano che non si poteva dire niente e che c’era scritto nel decreto. Ma io non avevo ricevuto niente! Nessun decreto! Quando alla fine (dopo una ricerca complicata, come è frequente nel sito dei ministeri), me lo vado a cercare, vedo che all’ultimo c’è scritto: Il progetto dei “Maestri di strada” è sospeso per accertamenti. Mi domando: quali accertamenti? chi li sta facendo? Perché?

 

Cosa ne ha dedotto?

Che mentre la prima vicenda potrebbe essere legata alla vicenda Boda, questa, invece, potrebbe essere perché c’è qualcuno che ritiene che Maestri di strada sia un’associazione sospetta. Allora se sono un’associazione sospetta, fatemi le bucce, e invece no! Non mi dicono niente!

 

Ci sono forse motivi politici che nascono sulla base di una line sull’educazione, diciamo distante da quella che prevede la linea governativa?

Ma no! Io, per interposta persona, ho anche collaborato con il Ministro Valditara, per il Piano per il Sud, e so che lui ha anche detto : “ma perché non chiedete anche ai Maestri di Strada”, e sono stato contattato. Oltretutto dal punto di vista politico, non faccio distinzioni visto che a prescindere dal colore, sono decenni che c’è il vuoto pneumatico. Posso fare l’elenco di tutti coloro che non hanno fatto niente di veramente nuovo in tema di scuola, forse solo Berlinguer potrebbe essere salvato, ma i suoi lo hanno pure boicottato. Ma adesso…

 

Quindi le prossime tappe, quali sono?

No so, perché ho fatto anche la richiesta di accesso agli atti ma non rispondono. Quindi l’unica strada che ho sarebbe fare un processo civile (lunghissimo), dopodiché forse accadrà qualcosa. Ma non posso mettermi in questa impresa altrimenti nel frattempo muoio…

Il ministro, interrogato da un giornalista, ha risposto: «quando si conclude l’inchiesta paghiamo». Ma sono passati 28 mesi (dal15 giugno del 21), da quando è stato consegnato il rendiconto e 32 da quando è finito il progetto. E non è successo niente. Non mi hanno dato risposte!

 

Rendiconto sia in termini di bilancio contabile che di azioni e operatività del progetto…

Esatto, abbiamo fatto una relazione spessa, anche con fotografie, riscontri, numeri ecc. Ma il problema che il “rendiconto narrativo” non è stato valutato come accade sempre per altri progetti, con la definizione della “Perfetta esecuzione”. Invece, non avendo questo attestato, non ho un credito riconosciuto, non ho un titolo con il quale posso avanzare richiesta. Perciò parlo di “furto”, perché se io avessi questo riconoscimento del credito, potrei ricorrere alle procedure recupero crediti previste dal Ministero delle finanze e che ho già praticato perché i ministeri sono ritardatari abituali.

 

Quindi il silenzio è paradossalmente più deleterio di una palese bocciatura contro la quale si può agire. È così?

Esattamente, è come una nebbia contro la quale non ci si può muovere … E loro stanno puntando su questo. Per questo punto sull’informazione e sui giornali, ai quali devono dare delle risposte. Già adesso il ministro si è leggermente sbilanciato. Allora io chiedo al Ministro, e intanto sarebbe corretto che mi ricevessero per spiegare…

 

… né Pec né alla richiesta di accesso agli atti…

…il che significa che se non mi rispondono entro 30 giorni io li potrei chiamare davanti al Tar. Ma io questa operazione non la voglio fare perché non posso aspettare i tempi lunghi di questi ricorsi. Quindi lo stato della situazione è questa: ci troviamo di fronte a delle decisioni arbitrarie e immotivate rispetto  alle quali non posso difendermi perché non ho nessuna informazione. Come arrampicarsi su una parete liscia senza nessun appiglio. Continuiamo a lavorare con tante difficoltà. Abbiamo ridotto i contributi dei dirigenti e degli operatori. Alcuni operatori si sono licenziati. E adesso con altri progetti che abbiamo, stiamo lavorando al minimo indispensabile. Abbiamo un bilancio di 6/700.000 mila euro all’anno. Di cui 350 vengono da Fondazioni private e il resto da Bandi. Quindi per esempio nel 2022, mancando 140.000 euro è stata una bella botta! Siamo andati avanti con un prestito della Banca che dobbiamo restituire, mettendoci anche gli interessi.

 

Le prossime tappe…?

Il ministero degli Interni ci ha affidato, con altre associazioni, un progetto da un milione di euro, ma senza nessun anticipo, quindi dobbiamo tenere fuori almeno 330mila euro: ma chi siamo noi, Babbo natale?!… E con sole tre rendicontazioni significa che le anticipazioni durano almeno 8 mesi e con quattro cinque mesi di ritardo nei rimborsi, abbiamo fuori 330 mila euro per due anni.

Abbiamo risolto chiedendo un anticipo alla Banca di 280mila euro e senza garanzia, che ci hanno concesso fidandosi della serietà della nostra associazione. Posso aggiungere, quindi, che se qualcuno vuole sapere qualcosa sui “Maestri di strada” dovrebbe chiedere alla Banca, perché in 10 anni è andato tutto liscio…

Eppure dico che sono un po’ tutti i ministeri che, lavorano così. E poi si fanno belli per gli interventi su Caivano, ma vorrei vedere i tempi di pagamento…! Se il problema allora è politico con le diverse connotazioni politiche dei due diversi governi, ebbene non coinvolgano me perché io non c’entro nulla…! Per essere sinceri questo governo non c’entra, ha ereditato questo “guaio”. Allora ha due possibilità: una è dire “il guaio lo hanno combinato gli altri e a me non interessa”, l’altra è risolvere la faccenda. Ma il mio interlocutore è lo Stato italiano e non i ministri e i governi che com sappiamo si avvicendano continuamente!

 

Altre attività, in questo periodo?

Abbiamo alcune cose importanti che seguiamo: come promuovere il libro Insegnare al principe di Danimarca (https://sellerio.it/it/catalogo/Insegnare-Al-Principe-Danimarca/Melazzini/4725), è uscita da poco la seconda edizione, della prima sono state vendute 12mila copie. Stiamo facendo presentazioni in tutta Italia. Parla della storia dei primi dieci anni dei Maestri di strada.

Poi stiamo realizzando una Fondazione di partecipazione che è uno strumento per la collaborazione pubblico/privato, con la caratteristica che non è basata sul capitale ma è sulle competenze, e quindi sulle capacità operative dei soci. E quindi stiamo mettendo insieme dei soci del Terzo settore, dei soci del privato e degli enti pubblici, alcune scuole, e speriamo anche il Comune di Napoli. La fondazione renderebbe permanente la presenza territoriale dei Maestri di strada e soprattutto li disancora dalla precarietà di certe situazioni. E una cosa molto importante a cui puntiamo.

E poi si continua, sia pure con difficoltà, con il lavoro ordinario…

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