Contro l’ipotesi di appoggio del PD ad un governo M5S

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di Ferdinando Mandara.

Ho letto l’articolo di Franco Monaco “PD-M5S Il dovere di provarci” pubblicato (vedi caso) dal Fatto Quotidiano. Per esprimere la assoluta contrarietà mia e del coordinamento del circolo PD “A. Vassallo” di Bresso – MI, trascrivo la bozza di lettera che ho suggerito di inviare alla direzione del PD:

“Al presidente del PD.

Il coordinamento del circolo PD di Bresso ‘A.Vassallo’ esprime all’unanimità la più ferma opposizione all’ipotesi di un appoggio del PD a governi del Movimento 5 Stelle o della destra.

Sapete bene le ragioni di questa posizione. Le sintetizziamo solo per mostrare che si tratta di una posizione ragionata e non emotiva.

  1. Non si può governare con chi ha visioni, progetti e programmi alternativi od opposti a quelli del PD.
  2. Non si possono agevolare governi i cui provvedimenti sarebbero deleteri per l’Italia.
  3. Non si possono disattendere gli impegni presi con gli elettori.
  4. In particolare, per quanto riguarda i 5 Stelle, la dignità impone di non collaborare con chi ci considera ladri, mafiosi, corrotti e peggio. Tanto più che non viene richiesta una collaborazione ma una sudditanza.
  5. Se non bastasse, politicamente il PD avrebbe tutto da perdere: perché in tali governi la maggioranza si prenderebbe gli eventuali meriti, e attribuirebbe al PD il fatto di non poter mantenere le promesse elettorali.
  6. Non si può cedere al ricatto pretestuoso del “senso di responsabilità” per assicurare un governo al paese. Il PD ha approvato nella scorsa legislatura una riforma costituzionale e una legge elettorale che avrebbero assicurato la governabilità: le varie forze politiche, i “maitres a penser” li hanno osteggiati; il referendum e  la Corte Costituzionale li  hanno bocciati. Spetta ora ai vincitori dimostrare senso di responsabilità accordandosi tra di loro per governare o quanto meno per fare una legge elettorale che consenta una maggioranza di governo con un elettorato tripolare.

Aggiungiamo che un periodo di opposizione è quanto mai opportuno per consentire al PD:

– di fare pulizia al suo interno (come è stato fatto a Roma)

– di prendere contatto di persona con gli strati e le aree disagiate

– di cercare risposte serie ai problemi del dominio della finanza, della globalizzazione, del lavoro nell’era tecnologica, delle migrazioni.”

Desidero inoltre contestare ulteriori affermazioni di Monaco sull’utilità della sua proposta per il PD:

  1. “Ripristinerebbe una nitida identità di centrosinistra, dopo le derive centriste che hanno aperto un’autostrada ai 5Stelle”: se il problema fosse l’identità di sinistra, i voti usciti dal PD avrebbero dovuto andare ai partiti a sinistra del PD. Senza contare che i 5Stelle hanno preso il 14% dei loro voti dal PD, ma anche la Lega ha preso il 13% dei suoi voti dal PD.
  2. “Si congederebbe da un partito personale, ostaggio di un leader…” Ostaggio non è un termine neutro: significa che qualcuno è tenuto prigioniero con la forza. Renzi avrà fatto tanti errori, e le sue dimissioni e rinuncia a ricandidarsi sono giustissime: ma è stato eletto due volte alle primarie, con larghe maggioranze. Non mi sembra tenga in ostaggio nessuno. E se ha messo in lista suoi “fedelissimi”, questi non sono soggetti al vincolo di mandato che propugnano i 5Stelle.
  3. Monaco si chiede infine se “potrà sortire uno scatto da un gruppo dirigente che è stato colpevolmente allineato…”? Per Monaco rispettare i risultati delle primarie e delle decisioni della Direzione e della Assemblea (e non sempre con grande lealtà) costituisce un colpevole allineamento. Idea dei metodi democratici piuttosto originale. E soprattutto un cambiamento radicale della linea politica affermata con chiarezza in campagna elettorale dovrebbe essere sottoposta ad un referendum della base – come ha fatto la SPD in Germania – e non scaturire da “scatti” dei dirigenti, che sarebbero oltretutto sospettabili da parte degli elettori di voler anzitutto procurarsi posti di governo o quantomeno la permanenza in parlamento.

 

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