“Con la sua musica ha fuso insieme prosa e poesia”

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Ennio Morricone: quando il genio di un grande viene compreso solo dopo un po’ di tempo… Nella musica ha fatto percepire lo spirito alto del soprannaturale

 

di Agnese Palmucci

 

È una standing ovation mondiale quella riservata al maestro Ennio Morricone nel docufilm di Giuseppe Tornatore, al cinema in anteprima sabato 29 e domenica 30 gennaio. Maestri di composizione del calibro di Hans Zimmer, direttori d’orchestra, e poi registi come Quentin Tarantino e rockstar come Bruce Springsteen. Nel capolavoro del premio Oscar siciliano, Ennio: The Maestro, la voce e la mimica insostituibile di Morricone si alternano ai racconti di tutti quelli che hanno lavorato con lui. Il maestro è seduto sulla poltrona del suo ufficio, mima con il canto le note delle sue composizioni più famose. Tornatore apre l’archivio esistenziale del compositore e ne trae fuori galassie di ricordi, aneddoti inediti, che disegnano un pentagramma composito e straordinario, a due anni e mezzo dalla morte del gigante italiano. Il film era stato presentato fuori concorso alla Mostra del cinema di Venezia.

Si ripercorre la vita del maestro condotti per mano da lui stesso. Il provino in bianco e nero, con un Ennio bambino alla scuola di tromba. L’amarezza per quel “sette” all’esame finale del conservatorio di Santa Cecilia e la formazione con Goffredo Petrassi. Poi la scelta difficile di scrollarsi di dosso il “purismo” dell’ambiente, iniziando a comporre musica per la televisione e il varietà, e la commozione nel ricordare l’isolamento da parte dei colleghi. Non gli perdonavano la commistione con i generi pop, con la canzone, la tv e il cinema. Una scelta di vita che gli ha regalato una stella col suo nome nella Walk of Fame di Hollywood. Questo anche grazie al regista Sergio Leone, conosciuto sui banchi di scuola a Roma, molto presente nel documentario di Tornatore. Un’amicizia che porta Morricone nei deserti del western a inventare un nuovo genere musicale, quello delle colonne sonore per film. Sullo schermo spezzoni di pellicole storiche, da Per un pugno di dollari a Mission a C’era una volta in America a La leggenda del pianista sull’oceano, per citarne solo alcuni. Poi l’attesa per l’Oscar che non arrivava, e l’emozione per la vittoria nel 2016, con The Hateful Height, diretto da Tarantino. Prima, nel 2007, l’Oscar alla carriera dalle mani di Clint Eastwood, con la dedica a sua moglie Maria.

La sala per l’anteprima era piena, ma per Ennio c’era ancora fila fuori dal cinema. Ne aprono un’altra e dentro ci sono solo giovani. Escono con gli occhi lucidi e il cuore gonfio. «Ennio ti fa immaginare cosa sta accadendo lassù», dice in un’intervista qualcuno alle battute finali del documentario, guardando il cielo. Le note di On Earth as it in Heaven spingono al di là del tempo e dello spazio, in ogni luogo del mondo e della storia. Il giovane Tornatore aveva trentadue anni quando Morricone accettò di comporre il tema per il suo secondo film, Nuovo cinema Paradiso.

Oggi s’inchina al suo maestro, e ci regala la possibilità di sederci tutti, per poco più di due ore, sul divano accanto ad Ennio, senza sentirci mai estranei. Il docufilm sarà disponibile nei cinema dal 17 febbraio.

 

Agnese Palmucci

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