Città metropolitana: cioè?

| 0 comments

L’associazione Polis di Legnano, che fa parte della rete C3dem, ha dedicato l’ultima assemblea annuale alle linee legislative, politiche e amministrative del nuovo ente che dovrebbe sorgere in dieci regioni italiane. Il caso di Milano e il possibile ruolo di Legnano e dell’Alto Milanese. Interventi di Pigni, Quaglia, Sabbioni e Centinaio

La crisi di governo e la fine anticipata della legislatura hanno rinviato, per l’ennesima volta, la “rivoluzione” degli enti locali. L’accorpamento delle provincie e la nascita delle città metropolitane sembravano ormai imminenti, seppure con tutti i limiti di una riforma un po’ troppo affrettata, quando tutto è saltato e rimandato a data da destinarsi. Polis, poche settimane prima di questo ennesimo incidente di percorso, ha dedicato la sua assemblea annuale al tema invitando alcuni esperti e amministratori a confrontarsi sulle opportunità offerte dalla introduzione della città metropolitana nel panorama degli enti locali. L’incontro si è svolto sabato 24 novembre nella sala Ceccarelli di Tecnocity Alto Milanese a Legnano.

Come sottolineato dal presidente Paolo Pigni, anche un tema apparentemente difficile come questo può essere affrontato con completezza e concretezza, senza indulgere in sterili polemiche di campanile. Polis ha voluto così «offrire al territorio un’occasione per riflettere sulle opportunità di miglioramento del governo locale che tale novità può rappresentare e sui pericoli da evitare». Un’analisi che «muove tra l’altro dal dato storico del probabile superamento, dopo quasi 90 anni, del confine provinciale tra Milano e Varese», un confine che ha forzatamente diviso il contesto socioeconomico dell’Alto Milanese.

A confrontarsi su questi temi sono stati invitati Paolo Sabbioni, docente di Diritto dell’economia all’Università Cattolica del Sacro Cuore, il consigliere comunale legnanese del Pd Stefano Quaglia e due sindaci: Alberto Centinaio di Legnano e Luigi Farioli di Busto Arsizio. Quest’ultimo all’ultimo momento non ha potuto partecipare.

A Stefano Quaglia è spettato il compito di illustrare il quadro normativo entro cui si muoverà la riforma annunciata e, almeno per ora, congelata. «Le città metropolitane erediteranno le attuali funzioni delle provincie a cui se ne aggiungeranno altre», ha spiegato il relatore, che ha poi indicato con puntualità i contorni della riforma, le novità che si potrebbero prevedere, i cambiamenti che si possono attendere i cittadini, gli spazi che si aprono per la città di Legnano. Se il nuovo Parlamento non deciderà diversamente, i 188 comuni che attualmente fanno parte della Provincia di Milano (molti di più se comprendiamo quelli di Monza e Brianza) entreranno automaticamente a far parte della città metropolitana milanese. Essa avrà un sindaco, che potrebbe essere quello del capoluogo, e 10 consiglieri eletti tra tutti i consiglieri comunali associati.

Paolo Sabbioni ha invece sviluppato un interessante confronto con analoghe situazioni europee che da tempo hanno costituito le città metropolitane. Significativi i casi di Barcellona e Londra, che rispettivamente accorpano 36 e 33 comuni. Numeri ben diversi da quelli del Milanese. «Ne deriva la necessità di ripensare radicalmente le funzioni privilegiando quelle di programmazione generale lasciando poi ai singoli comuni la gestione diretta della vita amministrativa». Sabbioni ha quindi ripreso alcune delle questioni affrontate (da quelle amministrative a quelle economiche e sociali) nel corso del dibattito con i partecipanti.

Una particolare sottolineatura è stata riservata dal sindaco Alberto Centinaio alla collaborazione con il collega sindaco di Busto Arsizio. «Insieme abbiamo cominciato un percorso che sino a poco tempo fa sembrava per molti aspetti impossibile. Certo, non sarà facile sanare vecchie diffidenze e rivalità, ma credo che entrambi abbiamo la responsabilità di riunire finalmente un territorio per troppi anni frammentato. Questa è la scommessa che abbiamo di fronte, una scommessa ardua ma ineludibile se vogliamo che la nostra zona arresti il suo declino, anzi che rinasca attraverso le sue innumerevoli potenzialità. Dovremo certo confrontarci su temi delicati come Accam, sul ruolo che giocano le nostre rispettive società di servizi (Amga e Agesp), e più in generale su come dare risposte adeguate ai nostri cittadini che vogliono servizi efficienti e sono stufi delle troppe chiacchiere che in questi anni hanno sentito. L’impegno che ci siamo dati non è facile, soprattutto perché c’è chi alimenta facili allarmismi e primogeniture anacronistiche. Sono fiducioso che insieme non dimenticheremo di tutelare le nostre rispettive comunità, senza tuttavia scordare che la nostra responsabilità ci obbliga a esplorare nuove e più significative condivisioni».

Venendo più precisamente al tema dell’assemblea, Alberto Centinaio ha esordito dicendo che la città metropolitana è un’opportunità da non perdere anche per non vanificare il lavoro che da anni Polis e l’associazione Altomilaneseinrete (con relativo sito web) stanno svolgendo insieme. «Quante volte abbiamo condiviso la necessità di uscire da inutili campanilismi, da visioni miopi e poco lungimiranti di chi ha sempre pensato di essere l’ombelico del mondo, o se volete dell’Alto Milanese. Tutto ciò dimenticando che il mondo è cambiato rapidamente e che oggi la competizione economica si fonda sulla competitività dei territori, sul saper creare le condizioni ottimali, non solo per arrestare il declino ma anche per fare in modo che l’Alto Milanese, con le sue straordinarie peculiarità, torni a essere uno dei più importanti motori economici della Lombardia e dell’intero paese».

«Quando parlo di città metropolitana – ha ribadito il primo cittadino di Legnano – penso alla possibilità storica che abbiamo di far tornare unito un territorio dopo una illogica divisione sancita nel lontano 1927. È dunque auspicabile che Busto Arsizio e i comuni della Valle Olona tornino a pieno titolo nel territorio dell’Alto Milanese, valutando anche le intenzioni e la disponibilità di Gallarate. Un primo ma significativo passo è stato fatto dai rispettivi consigli comunali: Legnano attraverso una mozione d’indirizzo, Busto con una delibera. Con questi atti si ribadisce l’intenzione di un percorso comune».

Centinaio ha poi illustrato la sua visione di città metropolitana dichiarando di voler lavorare per l’istituzione di un ente che sia una Milano policentrica, dove nessun territorio sia considerato periferia. «Vogliamo che la nostra area abbia una sua autonomia introducendo nello Statuto la possibilità di creare “comprensori” per territori omogenei. Città metropolitana, quindi, per noi non vuol dire omogenizzazione di territori e di competenze, vuol dire salvaguardare la ricchezza culturale, economica e progettuale dell’Alto Milanese. Solo così facendo  la città metropolitana, nel suo insieme, potrà realizzarsi, non solo come espressione di un governo sovracomunale. Noi rifiutiamo l’ipotesi che il sindaco della città metropolitana sia di fatto il sindaco di Milano, e questo senza disconoscere la stima e l’apprezzamento per la figura di Giuliano Pisapia. Proprio per l’importanza che diamo all’idea di città metropolitana chiederemo che vi siano elezioni democratiche e che dunque Milano affronti il problema di trasformarsi in municipalità come accade in città europee».

Lascia un commento

Required fields are marked *.