Città dell’Uomo

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Associazione fondata da Giuseppe Lazzati nel 1985 – www.cittadelluomo.it

Quale è la vostra posizione sulla riforma della Costituzione e sul relativo referendum, e come la motivate?

Città dell’Uomo, come dimostra il documento reso pubblico tramite il sito dell’associazione e l’ultimo numero di Appunti, non vuole assumere una presa di posizione a favore o contro la legge di revisione costituzionale, ma impegnarsi a fornire ai propri concittadini elementi e strumenti utili alla maturazione di un pensiero critico, di un discernimento. Questa scelta è perfettamente coerente con la vocazione statutaria di Città dell’Uomo e con lo stile di Giuseppe Lazzati.
Secondo voi, è oggi più importante garantire una maggiore governabilità, cioè stabilità dei governi, oppure è più importante assicurare un’ampia e equilibrata rappresentanza alle diverse forze politiche? Ritenete la legge elettorale detta Italicum una legge soddisfacente oppure no, e perché?

Premesso che troppo spesso il problema della cosiddetta governabilità è stato imputato alla inadeguatezza delle regole, innanzitutto quelle poste dalle leggi elettorali, mentre non si dovrebbe dimenticare che la stabilità dei governi e quindi, a monte, delle maggioranze parlamentari solide rimane principalmente un problema politico, non si vuole con questo negare che un sistema elettorale che favorisca la costruzione di maggioranze durature possa aiutare la governabilità. Quest’ultima, d’altronde, è stata additata dalla stessa Corte costituzionale (sent. 1/2014) come sicuro principio di rilevanza costituzionale, il quale chiede, però, di essere contemperato con il principio inscindibilmente connesso con l’attuazione della democrazia, vale a dire la rappresentanza, soprattutto ove la si intenda come garanzia della conformità più stretta possibile della formazione dell’assemblea elettiva alla volontà degli elettori, espressa attraverso il voto. Non esiste un modello elettorale perfetto, ma certamente è il più auspicabile quello che renda possibile il bilanciamento e l’equilibrio tra questi due valori. In questo senso bisogna riconoscere che l’Italicum esibisce un qualche margine di miglioramento e ripensamento. Ad esempio, non convince l’opzione per i capilista ‘bloccati’, né la possibilità per questi di candidarsi in più circoscrizioni (candidatura multipla). Non casualmente, anche su queste ragioni verterà il sindacato di costituzionalità della Consulta avente per oggetto l’Italicum.
Ritenete che Matteo Renzi, come segretario del Pd e come capo del Governo, si muova in un solco in linea di massima corrispondente con la vostra cultura politica, oppure ritenete che presenti dei caratteri che con essa sono scarsamente compatibili o addirittura configgenti? (e, in questo secondo caso, quali in particolare

Se si ritiene che la politica imponga percorsi di decisione che presuppongono l’attuazione in concreto dell’idea di mediazione, certamente il Presidente del Consiglio in carica non interpreta esattamente questa impostazione.
I percorsi di maturazione e condivisione del consenso sembrano essere sempre più condizionati da meccanismi che poco hanno a che fare con la conoscenza dei temi in discussione, con il confronto, con la comune appartenenza ad aggregazioni capaci di fare nascere visioni e progetti: è una situazione irrimediabile? Come recuperare il terreno perso in questi ultimi anni?

Su questa disarticolazione della struttura sociale, come pure sul disinteresse diffuso rispetto a certe questioni che invece dovrebbero essere percepite e discusse con l’attenzione che meritano, una responsabilità non secondaria deve essere imputata ai partiti politici per come si sono trasformati in questi ultimi vent’anni, circa. La distanza tra la domanda politica promanante dalla società e gli interessi dei comitati direttivi dei partiti si è vieppiù ampliata, producendo una reale disaffezione, quando non instillando sentimenti di aperta ostilità, verso le dinamiche istituzionali e politiche. In questo quadro, s’impone come prioritaria la ricostruzione di un substrato di cultura politica, ormai del tutto sfilacciato. E tale responsabilità, attualmente, deve essere assunta proprio dalle realtà associative che di questa mission fanno la propria ragione d’essere.

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