Si sono celebrati il 18 luglio i funerali di Sandro Antoniazzi.
E’ disponibile grazie al sito Pensieri Politici l’audio dell’omelia di don Marcellino Brivio.
Antoniazzi, cristiano rigoroso e appassionato al servizio della società civile
Condividiamo le parole dei familiari.
Lea, Chiara, Amina:
Sappiamo che Sandro avrebbe voluto abbracciare ognuno di voi, amava sinceramente il suo Prossimo e anche chi era più lontano.
Avrebbe detto di non abbandonarsi alla tristezza e allo sconforto per una situazione mondiale che sta involvendo in senso contrario allo sviluppo di una società libera e giusta.
Avrebbe voluto esortare a essere parte attiva, all’impegno diretto dentro una visione collettiva e democratica. Questo è il modo migliore di ricordare Sandro: libertà, uguaglianza e giustizia a cui Sandro ha dedicato con passione e convinzione la sua vita, “combattendo la bella battaglia”.
La stessa autenticità e sensibilità che tanti hanno apprezzato nella sua attività pubblica noi abbiamo avuto la fortuna di viverle quotidianamente. È stato un marito e un padre sempre presente; un padre fuori dal comune, che ci ha iniziate da piccole alla politica e ai problemi sociali e che, senza mai farci mancare il suo amore e il suo sostegno, ci ha insegnato a non mettere i nostri bisogni davanti a quelli degli altri.
Custodiremo ogni parola, consiglio, confronto come un dono prezioso.
Luca:
Sandro era un uomo straordinario. E in un periodo in cui spesso abusiamo delle parole e degli aggettivi, lui lo era davvero. Aveva una generosità e una disposizione ai rapporti umani direi unica; ho avuto la fortuna di conoscerlo per quindici anni e non l’ho mai visto arrabbiarsi con nessuno, forse solo a distanza con qualche leader politico che ascoltava in tv. Alle persone che incontrava tutti i giorni, nei contesti più vari che ha frequentato, riservava invece un’apertura totale.
E questa apertura l’ha mantenuta anche in tutti gli ambiti della sua vita. Sandro era una di quelle rarissime persone che è stata al centro di vicende significative per milioni di persone – le lotte sindacali, l’evoluzione della Chiesa, la costruzione del centrosinistra – e poi ha continuato a studiarle e approfondirle per tutta la vita, costruendosi un enorme spessore umano e intellettuale. Che poi lo ha reso in grado di occuparsi e interessarsi a molti altri argomenti; qualche mese fa lo sorpresi con un paio di manualoni sull’intelligenza artificiale, pieni di sottolineature. L’anno scorso invece erano stati i libri sulla cura ad affollare la scrivania del suo studio. Ecco Sandro sapeva anche sorprenderti, non soltanto con le sue letture. Qualche anno fa stavamo tornando da una gita ai Piani di Artavaggio, in Valsassina. Era pomeriggio, stavamo scendendo dopo una giornata di camminate; io e lui ci eravamo attardati lontano da Lea e Chiara per parlare un po’ di politica e di sindacato (io perlopiù ascoltavo e imparavo).
E ricordo benissimo che a un certo punto Sandro capì che dovevamo recuperare terreno e quindi scese giù da un pendio, fra l’erba alta, leggero come un cerbiatto nonostante il sole e la fatica, con l’andatura esperta di chi ha conosciuto e amato la montagna, mentre fino a un secondo prima stava riflettendo sull’attualità dello statuto dei lavoratori. Ecco voglio ricordarlo così, Sandro, che avanza spedito al di là di un pendio, mentre parla delle sue belle battaglie circondato dalle persone a cui era legato. Ci vediamo alla fine della discesa.
Pier Vito:
Mio fratello Sandro ha smesso di respirare. Serenamente. Ancora due giorni fa parlavamo di politica e dal suo letto di hospice mi stimolava ad andare avanti nelle battaglie “che insieme abbiamo discusso e pensato” ( mi ha scritto nella dedica al suo ultimo libro “Combattere la bella battaglia”).”Sono contento di averlo terminato, è un po’ il mio testamento” e poi ironicamente “Lo presenterete senza l’autore”.
Fratelli si nasce ed io ringrazio Dio ogni giorno per questo fratello che mi è stato anche padre quando siamo rimasti orfani (io a 16 anni lui a 30), con cui ho abitato 17 anni (accolto anche 2 con mia moglie perché non avevamo casa), con cui negli ultimi anni ho condiviso idee e percorsi culturali e politici.
Ci sarà un tempo per ricordare l’importanza del suo impegno nel sindacato da protagonista negli anni magici delle lotte operaie che hanno cambiato il paese 69/73 (di questo parla il libro).
Ora lasciatemi piangere il grande fratello che ho tanto amato e che tanto mi ha amato.
Signore accoglilo nella tua gioia.
Fratelli si nasce. Ed io ringrazio ogni giorno Dio per i fratelli che mi ha dato.
Ma con Sandro è stato un intreccio di vita unico.
Sin da quando ragazzino mi ha convinto a tenere per la sua stessa squadra (la Juventus) e così la domenica si soffriva per le stesse sconfitte o si gioiva per le vittorie (allora più frequenti).
In casa poi era ogni giorno dibattito tra mio padre democristiano scelbiano “centrista” e lui, favorevole al centrosinistra. E naturalmente io tifavo per Sandro, crescendo così tutti noi a pane e politica.
Siamo vissuti insieme per trentaquattro anni e da quando siamo rimasti orfani, per 17 anni
(io avevo 16 anni e Sandro 30) mi ha fatto da padre.
Un padre sobrio, poco invadente, apparentemente poco affettuoso, ma io sapevo che c’era, che era un sostegno sicuro.
Negli anni ’70 all’epoca delle grandi lotte e dei grandi sogni a volte (raramente) avevamo opinioni politiche diverse, e io ci soffrivo, come se si stesse per spezzare un legame, un cordone ombelicale.
Negli ultimi anni (dal 2018) abbiamo iniziato a costruire insieme processi politici e culturali per rialzare il profilo dei cristiano-sociali.
E’ stata per me la più grande soddisfazione lavorare con Sandro ai progetti comuni,
condividere opinioni, ipotesi, prospettive, sentirlo tutte le settimane.
Tanti hanno parlato di Sandro come un uomo buono, curioso, attento, pronto a mettere davanti ciò che unisce, senza falsità, sempre alla ricerca di soluzioni e risposte per chi ha bisogno, sempre alla ricerca di utopie concrete.
Una persona che ha dato il via a tante cose memorabili: l’unità sindacale, la FLM, il Sicet,
la Fondazione san Carlo, il risanamento del Trivulzio, la candidatura a sindaco di Milano…
Tutto questo è vero ma c’è molto di più e oggi nel salutarlo è giusto rivelare il suo segreto:
Sandro è stato cristiano fino in fondo, ha seguito l’insegnamento di Gesù: “Vi dò un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi”.
Grazie Sandro, fratello grande.
Ci stringiamo alla famiglia con il cordoglio di c3dem e affidiamo il fratello, amico e compagno Sandro nella preghiera. Ci lascia un amico un laico cristiano autentico, appassionato del bene comune, del lavoro come diritto e come valore, dei lavoratori come soggetti fondamentali della società umana. Ha dato molto alla nostra piccola Rete c3dem, ha dato molto in tutti gli ambienti che ha frequentato e alle persone che ha incontrato sul suo cammino.
Lo ricordiamo con affetto, lo sappiamo accolto nelle braccia di quel Dio in cui ha sempre creduto con una fede profonda e matura.
Lo ricordiamo con affetto, lo sappiamo accolto nelle braccia di quel Dio in cui ha sempre creduto con una fede profonda e matura.