Per un doveroso discernimento

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di Piergiorgio Maiardi

Interpretare questo tempo e ipotizzare il futuro non è facile, i protagonisti della politica mondiale assumono comportamenti impensabili che provocano situazioni  che nessuno avrebbe osato immaginare. Purtroppo  gli effetti che noi vediamo non possono non preoccuparci: in una prolungata situazione di guerre  che si sono rivelate irrazionali e ingiustificate quanto più crudeli e disumane, si poteva ragionevolmente sperare in un ripensamento ragionevole e pacifico, ma abbiamo purtroppo capito che questo  non appartiene alla logica che regola i rapporti internazionali. Così come l’esperienza tragica della divisione e del conflitto fra le nazioni si poteva pensare avesse insegnato l’opportunità e l’utilità di rapporti internazionali regolati da intese e da collaborazioni reciproche. E invece, inaspettatamente, siamo tornati alle logiche primordiali della ragione del più forte e al primato di un mercato libero e spietato: la guerra può finalmente finire, nel caso dell’Ucraina, se due potenti si accordano nel dare torto al debole e, anziché aiutarlo a difendersi, si spartiscono le sue risorse; il conflitto che dura da anni per una incompatibilità fra due etnie diverse, Israele e Palestina, può finalmente terminare se il più forte anziché creare le condizioni per una convivenza pacifica, è aiutato da uno più forte di lui nella decisione di eliminare il più debole, addirittura trasferendolo in altri paesi e prendendosi la terra in cui è nato con i suoi antenati.

Con la forza e la prepotenza si possono vincere tutti i conflitti, se poi i forti si accordano per gli altri, più deboli, non c’è spazio per la ragione e la giustizia! Abbiamo scoperto che i faticosi rapporti fra gli uomini e fra i popoli possono essere facilmente regolati dalla legge della giungla, o più modernamente del mercato, e quindi sono stati inutili secoli di un processo che abbiamo scambiato per cammino della civiltà. E’ inutile spendere per costituire e reggere organismi sovranazionali che regolano i rapporti fra gli Stati, è assurdo stabilire un diritto internazionale, con regole,  leggi ed organismi deputati a farle osservare, è assurdo che un forte si sottometta  alla loro autorità e  si faccia condizionare dai diritti dei più deboli. E naturalmente il più forte si muove con la logica del profitto senza limiti e condizioni, dipende solamente dalla sua potenza, dal suo potere e dalla sua sagacia. Sembrano affermazioni esagerate o superficiali ma, ad una attenta lettura della situazione, rispecchiano la logica in cui oggi si muovono i potenti che intendono governare le sorti del mondo e inducono a vedere un futuro molto fosco.

Penso che la prima reazione debba essere l’attenzione per un doveroso discernimento, consapevoli che sono in gioco le sorti della terra e che questa non appartiene a pochi ma a tutti, deboli e forti, con i medesimi diritti. Un comportamento responsabile esige una partecipazione attiva alla vita comune e quindi una vita autenticamente democratica: è più che mai il tempo della rigenerazione della democrazia, il sistema di autogoverno del popolo che deve rimanere protagonista delle sorti comuni senza permettersi distrazioni e rifugio nel proprio tornaconto personale.  E attenti perché i potenti hanno spesso, come ora, i mezzi per addormentarci!

Con la forza e la prepotenza si possono vincere tutti i conflitti

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