Antonio D’Angelo

| 0 comments

c3dem_banner900px
redattore dell’Agenzia di stampa Fer Press – antonio.dangelo@ferpress.it

 

Quale è la vostra posizione sulla riforma della Costituzione e sul relativo referendum, e come la motivate?

Naturalmente, di un SI’ più che motivato e non potrebbe essere altrimenti. Trent’anni di lavoro, indicazioni unanimi di commissioni, partiti, parlamentari tutte orientate nella stessa direzione delle riforme finalmente realizzate e che non si capisce perché ora dovrebbero essere bocciate solo per una manovra politica anti-governativa. Anche i sondaggi mostrano che, sui quattro quesiti, il grado di condivisione supera il 75-80-90%, poi tutto si capovolge perché interviene la tifoseria politica, che è appunto tifoseria.

Secondo voi, è oggi più importante garantire una maggiore governabilità, cioè stabilità dei governi, oppure è più importante assicurare un’ampia e equilibrata rappresentanza alle diverse forze politiche? Ritenete la legge elettorale detta Italicum una legge soddisfacente oppure no, e perché?

70 anni di “ampia e equilibrata rappresentanza alle forze politiche” ci hanno mostrato tutto il meglio e tutto il peggio, ma oggi il panorama propone cambiamenti così complessi che ancorarsi ad una prospettiva di stabilità assicura qualche possibilità di resistere alle tempeste e di non affondare, invece, in mare aperto. L’Italicum ha dei difetti? E’ probabile, ma alcune correzioni possono essere inserite serenamente, uscendo però dall’equivoco delle manovre anti-Renzi per delegittimarne la leadership. Punto fermo rimane che sarebbe un autentico disastro il ritorno al proporzionale puro, significherebbe consegnare il Paese ad una paralisi che farebbe impallidire i casi di Spagna, Belgio o dello stesso Comune di Roma.

Ritenete che Matteo Renzi, come segretario del Pd e come capo del Governo, si muova in un solco in linea di massima corrispondente con la vostra cultura politica, oppure ritenete che presenti dei caratteri che con essa sono scarsamente compatibili o addirittura configgenti? (e, in questo secondo caso, quali in particolare?).

Ma Renzi non è altro che un leader moderno che si muove in rapporto diretto con l’opinione pubblica, quindi con qualche concessione alla demagogia, allo show business etc., ma non si vede dove sia la negatività in ciò. Non abbiamo lottato per eleggere sindaci e governatori perché “rispondessero” ai propri elettori? Se lo fa anche il presidente del Consiglio – senza intervenire sui poteri previsti dalla Costituzione  – dov’è il difetto? Anche se l’espressione può apparire esagerata, si tratta anche qui di un’ancora di salvezza: i partiti, infatti, sono sempre più poco rappresentativi, assomigliano più a dei comitati d’affari, tanto è vero che il successo dei 5 Stelle si spiega proprio con questo rifiuto e delegittimazione di massa, ma i 5 Stelle a loro volta si stanno strutturando come un partito ancièn regime negando democrazia e trasparenza ai cittadini….. Insomma, la governabilità è il vero terreno su cui si misura la democrazia oggi, i partiti potranno riprendere a giocare il loro ruolo quando sarà rescisso l’intreccio perverso e corruttore con il potere (ricordate l’Azione cattolica di Gedda? E valutate invece cosa è oggi).

I percorsi di maturazione e condivisione del consenso sembrano essere sempre più condizionati da meccanismi che poco hanno a che fare con la conoscenza dei temi in discussione, con il confronto, con la comune appartenenza ad aggregazioni capaci di fare nascere visioni e progetti: è una situazione irrimediabile? Come recuperare il terreno perso in questi ultimi anni?

Come si sottolineava in precedenza, da tempo i partiti hanno finito di far “maturare e condividere il consenso”, e questo anche per ragioni oggettive su cui “i grandi intellettuali” raramente si interrogano: come far prevalere, ad esempio, le ragioni della solidarietà e dell’accoglienza ai migranti in un contesto in cui sono le classi popolari, che abitano nelle periferie e nelle realtà più degradate, che ne subiscono l’impatto maggiore? Quale visione e progetto – se non puramente alternativo – si può coltivare quando all’orizzonte rischia di dominare una figura come Trump? L’interesse, il gusto, la passione e la partecipazione per la politica rinascerà ma alla fine di un processo che dovrà riguardare da un lato la stessa politica e dall’altro la temperatura di questo pianeta, che oggi ha livelli di febbre decisamente molto elevati.

 

Lascia un commento

Required fields are marked *.