LA LEZIONE DI SERGIO FABBRINI ALLA SINISTRA. L’ECO DEL DISAGIO DEGLI EX POPOLARI

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La stampa dà un certo spazio all’incontro dell’associazione I Popolari l’altro giorno a Roma: Angelo Picariello, “Pd, i Popolari a disagio mandano un avviso” (Avvenire). Andrea Carugati, “Castagnetti: se il Pd cambia natura i cattolici vanno via” (Manifesto). Maria Teresa Meli, “L’allarme di Letta: Pd sotto attacco. E tra gli ex Ppi aria di scissione” (Corriere della sera). Erasmo Palazzolo, “L’aut aut degli ex Popolari a Letta: se il Pd diventa una ‘cosa rossa’ noi fuori” (Sole 24 ore). LA LEZIONE POLITICA DI SERGIO FABBRINI: “La sinistra serve al Paese se sa affrontare il tema della crescita, altrimenti è socialmente inutile”, così Sergio Fabbrini in una interessante intervista a Il Riformista sui temi del Qatar gate e più in generale della sinistra e del futuro dell’Europa (“Lo scandalo del Qatar? Un non problema. I problemi sono altri”). INOLTRE: Rino Formica guarda lontano: “La sinistra sopravviverà alle sue nomenclature” (intervista a Repubblica). L’ironia di Luciano Capone sui dem che accusano Meloni di non aver mantenuto i suoi (criticatissimi) impegni: “Pd, pericolo sfascista” (Foglio). Claudio Cerasa fa lo stesso: “Quanto è pericolosa per l’opposizione una Meloni vestita da Draghi” (Foglio). Per Elsa Fornero, però, “La destra non ferma il declino” (La Stampa). Carlo Cottarelli, “Il Mes spiegato a Meloni” (Foglio). Alberto Guariso, “Il diritto di salvataggio in mare”. Claudio Tito, “Tetto al gas. L’Ue trova l’intesa” (Repubblica). Micol Flammini, “La visita di Putin a Minsk” (Foglio).

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  1. In queste condizioni, cio’ che possiamo chiederci è di essere dimenticati…Lo dico con amarezza. L’alternativa da mettere a fondamento della esperienza dei “popolari” che abbiamo in dovere di continuare, è la difesa e l’attuazione della Carta Costituzionale, che l’ultradestra si propone di stravolgere con il presidenzialismo e un regionalismo sovranista… L’autocrazia, l’autoritarismo, è l’autobiografia di questo paese; una tentazione che aprirebbe le porte della democrazia allo sfascio della società, e rafforzerebbe la tendenza – ormai evidente – a piegare il federalismo europeo ad un modello di confederazione delle nazioni. Quest’onda autoritaria, ed una democrazia corporativa (emersa anche nelle ultime elezioni) appare purtroppo in grado di coinvolgere anche alcune tendenze moderate e di sinistra. Questa battaglia è decisiva per il futuro della democrazia. Questo è l’interesse generale da servire, in grado di motivare una rinascita del popolarismo.

    • esattamente quel che sosteneva gerardo bianco in una delle ultime interviste e nelle private conversazioni di cui mi ha onorato

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