VIVERE DIVERSAMENTE LA CHIESA.  CELIBATO. SINODO TEDESCO. BENIGNI…

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Enzo Bianchi,“Un cambio radicale nel vivere la chiesa” (Vita pastorale); Alberto Simoni op, “Leggendo il tuo articolo” (lettera aperta a Enzo Bianchi – Koinonia). CELIBATO: Fulvio De Giorgi su Avvenire: “Il senso cattolico e funzionale del celibato dei sacerdoti”; la replica di Andrea Grillo: “Un sacerdozio cattolico immunizzato dal sacerdozio comune? La reductio ad absurdum di un problema vero” (Come se non). Ne scrive anche Severino Dianich: “Nessuna infedeltà dottrinale” (Vita pastorale). Andrea Grillo, “Come Francesco ha superato il ‘dispositivo di blocco’” (Come se non). SINODO TEDESCO: Gianni Cardinali, “Al via il Sinodo della chiesa tedesca” e “Al Sinodo tedesco si decide sulle procedure: ‘E il voto delle donne abbia il giusto peso’” (Avvenire). Luigi Sandri, “Il vero obiettivo di Ratzinger è opporsi al Sinodo tedesco” (L’Adige). Ludwig Schick, arcivescovo di Bamberga, “Non siamo rivoluzionari. Vogliamo vincere la crisi” (intervista all’Avvenire). Fabrizio D’Esposito, “La sinistra tedesca e la destra radicale: le due scosse al ‘centro’ di Bergoglio” (Il Fatto). ALTRO: Raniero La Valle, “La canzone delle canzoni” (chiesa di tutti chiesa dei poveri). Antonio Spadaro e Paul Twomey, “Intelligenza artificiale e giustizia sociale. Una sfida per la chiesa” (La Civiltà Cattolica). Alberto Melloni, sul ‘congedo’ di padre George: “Ferri corti in Vaticano” (Repubblica). Lettera di Alex Zanotelli all’Avvenire: “Un giubileo ecumenico per salvare il pianeta”. Giovanni Bachelet, “La lezione di mio padre non si spegne” (intervista a Famiglia cristiana). Paolo Rodari, “Così Mussolini tentò di fermare papa Pacelli” (Repubblica).

 

 

 

 

 

One Comment

  1. C‘è chi dice che Benigni abbia fatto una pessima figura avendo osato troppo, sottovalutando, usando e manipolando uno splendido testo biblico.
    Non condivido questo giudizio. credo che in ogni caso si debba dare atto a Benigni di aver avuto il coraggio di parlare del Cantico dei Cantici, e dunque della Bibbia, per richiamare “cose antiche ma sempre nuove” e di averlo fatto nel contesto di uno spettacolo per sua natura banale e superficiale.

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