SALVINI, MINISTRO DELL’INTERNO. INQUIETUDINE E DISAGIO

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Ugo De Siervo, “Con un uomo solo al comando si violano le regole dello Stato” (a La Stampa). Luigi Manconi, “Omissione di soccorso, potere di dare la morte” (Manifesto). Tommaso Ciriaco, “Migranti, rimandarli in Libia. L’Italia sfida la Ue” (Repubblica). Stefano Folli, “Stare nella Ue tra sfide e mediazioni” (Repubblica).  Stefano Feltri, “Sui migranti l’Ue serve più di Salvini” (Il Fatto). Testimonianze dalla Libia: Ritanna Armeni, “L’immigrazione non percepita” (Foglio); Maurizio Caprara, “Lì dove i profughi iniziano la traversata” (Corriere). Commenti:  Natalina Cea (resp. Ue per il Sahel), “Migranti: la prospettiva del Sahel”; la Chiesa di Milano, “Migranti, inquietudine e disagio”. I dati: Davide Mancino, “Immigrazione irregolare: quanti sono i clandestini?” (Sole 24 ore).

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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  1. Che quello della immigrazione sia un fenomeno complesso e difficile da affrontare è fuori discussione, ma credo che altrettanto fuori discussione debba essere considerata la strumentalizzazione che ne viene fatta, in particolare dal Ministro della Paura Matteo Salvini, per finalità che nulla o poco hanno a che fare con il fenomeno in sè.
    Non sono certo io il difensore dell’immigrazione clandestina e sono pienamente d’accordo con quanti sostengono la necessità di aiutare i paesi, da dove provengono gli immigrati, a crescere in opportunità di vita e di sviluppo economico, sociale e politica.
    Mi chiedo però: come si può pensare di ottenere risultati se, a fronte di un obiettivo fissato dell’ONU per destinare lo 0,7% del PIL di ogni Paese alla Cooperazione allo sviluppo dei Paesi sottosviluppati, i paesi europei destinano solo lo 0,3% del PIL, e che di queste risorse l’Italia ne dedica il 37% all’accoglienza dei rifugiati? (Fonte: Atlante delle guerre e dei conflitti nel mondo).
    Non solo, ma se tra le ragioni da cui fuggono i rifugiati vi sono le guerre (Sud Sudan, Sudan, Somalia, Eritrea, Ciad, Mali, Congo, Libia, ecc.), perché l’Italia non fa nulla per porre fine alle guerre ma anzi vende armi per 14 miliardi di euro a questi Paesi? (Fonte: Governo Italiano. Dati riferiti all’anno 2016).
    Infine, davvero si può sostenere che il nostro paese è oggetto di una invasione di massa degli immigrati? Premesso che la popolazione straniera e regolare in Italia, a fine 2016, era di 5.359.000 (8,2% della popolazione totale) e quella irregolare era di circa 500.000, cioè senza permesso di soggiorno (0,83% della popolazione), la domanda è: davvero questo è il problema principale del nostro Paese? è da questo che dipende la sicurezza, lo sviluppo, e il futuro del Paese?
    Se così è questo nostro Paese non ha futuro perché non ha fiducia in se stesso, tanto che non è in grado di risolvere un problema marginale che interessa un numero così esiguo di persone. Ma non ha futuro anche perché, rappresentando meno dell’1% della popolazione mondiale, sarà facilmente spazzato via dalla dimensione dei problemi e dei fenomeni che sconvolgono il mondo e che non possono essere fermati con la chiusura dei porti o dei confini.
    Solo con più Europa, più ONU, più cooperazione internazionale questi problemi possono essere positivamente affrontati e risolti.

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