IL DISCORSO DI ENRICO LETTA AL SENATO. POI V. ZAGREBELSKY, S. RODOTA’, W.TOCCI, M. OLIVETTI, P.A. CAPOTOSTI, G. DE RITA, P. FRANCHI, S. FOLLI, E. GUALMINI

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Il discorso di Enrico Letta in Parlamento venerdì 19 è riportato per intero su Europa (“Siamo una casa di vetro. Resisto, non vi deluderò”). Due interventi critici sull’esito (per ora) della vicenda Alfano: Vladimiro Zagrebelsky (fratello di Gustavo) su La Stampa, “Se il governo preferisce non sapere”; Stefano Rodotà su Repubblica, “La normalità deviata”, che estende la critica all’insieme dell’operato del governo e conclude così: “Per tornare a una decente normalità serve un’innovazione politica profonda, che esige altre idee e altri soggetti”. Walter Tocci spiega su l’Unità la sua non condivisione del voto del Pd sulla sfiducia ad Alfano (“Il Pd ha paura. Così diventa subalterno”): “Siamo il primo partito della coalizione, ma abbiamo scarsa consapevolezza della forza e del ruolo che ci competono. Altrimenti avremmo ottenuto la revoca della delega al Ministro dell’Interno. La sua rinuncia avrebbe rafforzato il governo, mentre la sua permanenza nell’incarico sarà fonte di instabilità, di ricatti e di ulteriori passaggi traumatici. È uno dei più gravi episodi della storia repubblicana”. Marco Olivetti, più problematico, su Avvenire spiega perché “La mozione su Alfano illumina un grande nodo istituzionale” (cioè il rapporto tra esecutivo e parlamento). Cauto il commento di Piero Alberto Capotosti sul Messaggero (“Disinnescare il rischio del caos politico”). Un invito di Giuseppe De Rita, sul Corriere, a riformare i partiti e non solo la Costituzione (“Salvate i partiti anche da se stessi”). Pessimismo sul Pd negli articoli di Paolo Franchi sul Corriere (“Il Pd, l’alternativa del diavolo e un congresso da fare davvero”) e Stefano Folli sul Sole (“Pd, i giorni più difficili”). Elisabetta Gualmini, su la Stampa, incita Renzi (“Renzi continui a parlare”).

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