Marcia della Pace. “Quel manifesto, un’offesa alla verità”

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Domenica 24 aprile si svolge la Marcia della Pace ParigiAssisi. Ci è pervenuta la lettera di un pacifista, discepolo di don Lorenzo Milani, scritta agli organizzatori della Marcia, in cui si critica con forza il manifesto dell’iniziativa. Una critica fondata. Qui il programma della Marcia, l’Appello, un articolo del coordinatore del Comitato promotore, Flavio Lotti, sul Manifesto e una sua intervista al Fatto, e un articolo di Daniela Preziosi su Domani (“Una marcia della pace per far pace dopo le polemiche”).

 

 

Cari Amici,

ho visto il manifesto, sono rimasto sconcertato e allibito. Un grande movimento pacifista deve fare anche formazione e aiutare a discernere ciò che è giusto da ciò che è sbagliato.

Ci sono guerre folli di aggressione e colonialismo e ci sono guerre folli di difesa e sopravvivenza.  Il “Fermatevi” va rivolto all’aggressore. Fino a questo momento non sembra che ci siano stati spazi di trattativa che l’aggredito ha rifiutato, per giustificare di porlo sullo stesso piano.

I due proiettili (nero e bianco?) mettono sullo stesso piano, chi aggredisce con uno dei più potenti eserciti, e chi è costretto a difendersi chiedendo aiuto ai vicini..

Il messaggio di equidistanza che si riceve dal manifesto  è una offesa alla verità , ai fatti che vediamo ogni giorno, alla  stessa storia partigiana. I padri del pacifismo da Gandhi a don Milani a Capitini  sono stati combattenti della pace, non pacifisti del “né-né” e penso che vedendo, da lassù, questo manifesto sarebbero i primi a non condividerlo.

Celebrando il 25 aprile, celebriamo la libertà, nata da coloro che non si sono “fermati”. Penso, che anche i partigiani  (come tutti noi), consideravano la guerra una follia, ma rischiando hanno fatto “resistenza” per regalare a noi la libertà e la democrazia. Cosa avrebbero pensato i partigiani se avessero visto un manifesto simile al vostro? cosa avrebbero pensato i Vietcong?

Sappiamo che le vere armi per garantire la pace sono la cooperazione, amicizia, solidarietà, rispetto reciproco fra le nazioni e fra i popoli. Valori che sono oggi violati e quindi vanno difesi. Ringraziamo coloro che lo fanno anche per noi. Perché il movimento pacifista non si fa portavoce di questi valori anche in un momento dove tutto sembra affidato alle armi?

Spero sinceramente che il manifesto di equidistanza, dove non c’è una parola di solidarietà con il popolo ucraino aggredito, rappresenti uno spiacevole infortunio. E’ un messaggio inopportuno e da pacifista quanto voi, non posso condividerlo.

Un caro saluto.

 

Paolo Landi

paololandi.rm@gmail.com

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