L’Ucraina, la Russia, l’Europa e noi

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Sembra che il popolo, noi tutti, noi cittadini, si sia rinunciato da tempo a discutere dei problemi internazionali, nel frattempo diventati sempre più importanti. Per esempio l’Ucraina. Ma Putin ha proprio torto a temere l’ingresso dell’Ucraina nella Nato? E perché l’Europa lancia grida di condanna contro la Russia e poi la sollecita a rifornirci del gas di cui abbiamo bisogno? Ma, al di là dell’Ucraina, ci sarebbero tante altre domande che meriterebbero di essere poste…

 

 

Mi sento di intervenire su un problema come quello dell’Ucraina, non certo da esperto che non sono, ma da cittadino; e desidero sottolineare questo prendere la parola da cittadino, perché mi sembra che il popolo abbia rinunciato da tempo a discutere dei problemi internazionali, nel frattempo diventati sempre più importanti.

E questa carenza, questa dismissione del dibattito pubblico, è grave perché consente ai potenti e ai governi di fare le cose più incredibili.

Qualche anno fa c’è stata la guerra in Irak, a cui ha partecipato anche l’Italia, e poi si è venuto a sapere che le prove portate all’Assemblea Onu per giustificare l’intervento erano false. Dovremmo insorgere contro atteggiamenti di questa natura, perché non sono certamente queste le basi su cui costruire i rapporti internazionali.

Ma veniamo all’Ucraina. Pensiamo che Putin si sia svegliato una mattina con idee bellicose decidendo di aprire un fronte di guerra ucraino? Oppure si è svegliato perché gli sono giunte notizie di cui si doveva preoccupare?

Propendo per il secondo caso, perché a me il problema sembra chiaro: in Occidente, Europa compresa, si è cominciato ad avanzare l’idea balorda di far entrare l’Ucraina nella Nato. Questo è ciò che ha mosso Putin e non si può che dargli ragione.

Ricordo ancora che quando ero militare a Bari nel 1962 è stato dato un allarme generale (in Italia!) a causa del conflitto USA-Cuba, in quanto questo paese intendeva installare missili russi sul proprio territorio. Invece installare missili americani su un territorio confinante con la Russia è giusto e opportuno?

Ogni grande potenza vuole, giustamente a mio parere, essere sicura nella propria area e ciò spiega l’atteggiamento della Russia.

Dunque, la soluzione del problema Ucraina non può che essere una sola: l’Ucraina è un paese indipendente, neutrale, “cuscinetto”, che non appartiene né all’uno né all’altro schieramento, che tiene buoni rapporti con entrambi, i quali gli assicurano l’autonomia.

Quanto le posizioni politiche sull’Ucraina siano poco credibili, lo dimostrano due fatti, uno contraddittorio e l’altro grave.

Da una parte l’Occidente, Europa compresa, lancia grida di condanna e di minaccia contro la Russia e dall’altra la si sollecita a rifornirci del gas di cui abbiamo bisogno: ma è un nemico mortale oppure si tratta di un gioco destinato a finire a tarallucci e vino?

In secondo luogo, è intervenuta la Nato, non solo minacciosa ma anche dichiarando che è pronta a intervenire: ma la Nato non è un’organizzazione militare? Chi comanda, i militari o i governi? Se è la Nato a decidere gli interventi militari siamo proprio messi male ed è quanto mai urgente che l’Europa prenda in mano il dossier “difesa” se vogliamo difendere la democrazia al nostro interno, prima che all’esterno.

Al di là dell’Ucraina ci sarebbero tante altre domande che meriterebbero di essere poste.

In Libia siamo stati coinvolti in una guerra che non abbiamo voluto, di cui non si capiscono i motivi, che ha peggiorato la situazione e di cui siamo i primi a pagarne le conseguenze.

L’America, sia con Obama che con Biden, ha deciso di ritirare le sue truppe nell’Asia Minore, perché hanno un costo elevato e gli impegni prioritari sono ora su altri fronti più scottanti, però gli esuli siriani e afghani non vanno negli USA, vengono in Europa.

L’Europa per contenere questo afflusso di immigrati dal Sud Est ha deciso di pagare profumatamente Erdogan, ma per la Libia e il Mediterraneo dove muoiono migliaia di migranti l’Europa non sa decidere nulla.

Non vorrei passare per nazionalista; solo non vedo un minimo di politica seria in campo internazionale, né nostra né dalla nostra alleanza. Tacere significa accettare che le cose vadano così; come diceva Mounier, accettare il “disordine stabilito”.

So bene che si tratta di problemi enormi, ma tacere è sicuramente la cosa peggiore che si può fare.

Iniziare a discuterne significa contribuire a formare una coscienza per una politica che sia maggiormente all’altezza della situazione e dei suoi problemi.

 

Sandro Antoniazzi

2 Comments

  1. Caro Sandro, condivido la tua analisi politica internazionale. Voglio aggiungere che noi siamo dei burattini in mano a dei burattinai, senza scrupoli che per degli interessi personali mettano a repentaglio i’umanità .Mi viene in mente quando gli americani per giustificare l’ intervento militare, avevano fatto girare una notizia falsa che l’ IRAK aveva un arma di distruzione di massa. ,poi è risultato che non era vero. Alcuni anni fa ho conosciuto un democratico Americano LINTENTAL D. (un radicale ) mi diceva: “guarda che al pentagono lavorano più di duemila persone, psicologi, psichiatri,strateghi militari e diffusori della scienza della comunicazione, i risultati si vedono e l’ Europa tace , l’ Il governo Italiano tace, noi cittadini subiamo.

  2. Ha ragione Antoniazzi a denunciare lo scarso interesse per la politica estera in Italia e in Europa: ma credo che il suo intervento – sia pure da non esperto come me – sia assai poco imparziale. Che gli USA siano una potenza imperialistica che ha fatto i suoi interessi più o meno loschi con tutti i mezzi anche militari non c’è dubbio. Come però non c’è dubbio che l’Europa Occidentale ha vissuto sotto l’ombrello NATO – pagato dagli USA – dal dopoguerra all’89, mentre i paesi dell’Europa dell’est sono rimasti sotto il giogo sovietico. Certamente ora c’è la Russia e non l’URSS, ma Putin non è esattamente un uomo nuovo: viene dal KGB. E quindi presentarlo come preoccupato solo per la sicurezza del suo paese mi sembra un po’ ingenuo. L’occidente ha fatto le porcherie dell’Iraq e della Libia, la Russia quelle dell’Afghanistan e della Cecenia, l’annessione della Crimea e il sostegno con le armi ai separatisti del Donbass. Non sarà per questo che l’attuale governo dell’Ucraina vorrebbe entrare nella NATO? Cosa peraltro non possibile – e Putin lo sa benissimo – perché lo statuto prevede che lo stato che chiede di entrare sia democratico ed abbia il controllo di tutto il proprio territorio. Sono d’accordo anch’io che sarebbe bene che rimanesse uno stato neutrale con garanzia di autonomia: ma abbiamo diritto di imporglielo noi dall’esterno? Il discorso del nemico mortale e della richiesta di gas non ha senso: casomai è Biden che ha interesse ad alimentare la tensione con la Russia a fini interni e magari per favorire la vendita di gas USA. Mentre l’Europa non ha mai parlato di nemico mortale ed ha sottoscritto dei regolari contratti a lungo termine per l’acquisto di gas russo; ma recentemente Gazprom non ha fornito all’Europa gas oltre alle quantità contrattate – come faceva abitualmente – per contribuire alla lievitazione dei prezzi e a tenere in scacco l’Europa. Che purtroppo non intende procedere verso l’integrazione né in politica estera né in politica di autosufficienza energetica. Quanto al pericolo costituito negli USA dal complesso militar-industriale che tende a fomentare le tensioni e le guerre, lo denunciava già Eisenhower! D’altro canto un campione di scacchi russo ha dichiarato che mentre in molti paesi c’è la mafia, in Russia è la mafia che ha lo Stato! Quindi i torti mi sembrano ben distribuiti.

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