L’OPPOSIZIONE A RENZI (e una riflessione di Romano Prodi)

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Dopo l’exploit mediatico, e non solo, di Renzi nei giorni scorsi, le prime reazioni: Repubblica titola un articolo di G. Casadio “Marini e la Bindi: non votiamo Matteo”; Vannino Chiti sull’Unità: “Congresso già finito? Allora è finito il partito”; l’Unità: “Fassina sceglie Cuperlo”; anche Matteo Orfini sull’Unità dice: “Non si cambia con i professionisti del trasformismo”. Ma proseguono le analisi critiche: Fabio Martini su La Stampa, “Il totem infranto dei post-comunisti“; Alessandra Sardoni sul Foglio: “Giapponesi del Pd”; Marcello Sorgi su la Stampa: “La resurrezione del modello Dc”; Mario Lavia su Europa: “Il partito contro il Partito”; Stefano Folli sul Sole 24Ore: “La minoranza di Bersani”. Poi una riflessione di Romano Prodi sulla democrazia che soggiace agli umori popolari e ai sondaggi giornalieri (“L’esercizio del potere e l’offensiva del rinvio”, Messaggero). Sul rischio della crisi di governo, intanto, getta acqua sul fuoco Quagliariello sul Messaggero: “Basta strappi, tanto non si può votare”.

 

 

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