Strumenti per la partecipazione

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Mi permetto brevi considerazioni sulla partecipazione, stimolato anche dai contributi di chi cita i Consigli di Quartiere.

1) credo utile alla partecipazione (e maggiore interessamento alla vita pubblica) una legge elettorale proporzionale. Penso infatti che l’assenteismo dal voto dipenda anche dalla mancanza di offerta politica più vicina al proprio sentire. Se si è convinti che serva alla governabilità una polarizzazione delle proposte per evitare che il 2% dei consensi permetta di far saltare le maggioranze o condizionarle con qualche ricatto, si può tener conto del sistema in uso nei Comuni che richiede di allearsi prima delle elezioni: senza però l’indicazione del <Sindaco d’Italia>; i personalismi sono sempre dannosi! Insieme al voto per la singola lista (pur all’interno di una coalizione) la possibilità di esprimere preferenze (con alternanza di genere).

2) come seconda cosa ritengo di ripensare al grave errore del taglio dei Parlamentari. Non dico di ripristinare i 1000 e più eletti, ma è necessario alzare i numeri (dagli attuali 400 deputati + 200 senatori) per una maggiore e migliore rappresentanza, soprattutto per le aree interne e periferiche, per quelle storiche e/o socio-economiche oggi difficilmente rappresentabili. Quindi collegi più piccoli.

3) venendo ai Consigli di Circoscrizione, aboliti nelle città medio-piccole, andrebbero invece ripristinati perché occasione e strumento di crescita civile e democratica. Forse (anzi sicuramente) dovrebbero essere ripensati, perché gli strumenti individuati negli anni sessanta non rispondono più alle esigenze; non ho una proposta precisa, né saprei suggerire il sistema elettorale più adatto (listone unico, o liste di partito?) ma il Consiglio potrebbe avere compiti più operativi e di rappresentanza, mentre andrebbero introdotti momenti più flessibili su stile assembleare per definire le scelte maggiori, le priorità di impegno.

4) I Consigli (mi sia permesso questo suggerimento) non dovrebbero essere, se non in parte minore, l’occhio dell’Amministrazione sui problemi di quartiere (in genere riguardano lavori pubblici, sicurezza, viabilità, servizi sociali) né pregiudizialmente opposizione o fiancheggiamento a Giunta, Sindaco e Consiglio comunale. Dovrebbero invece, nell’approfondimento dei problemi esistenti, fare esercizio di confronto per individuare e suggerire soluzioni, inglobando quando possibile i diversi Comitati “per” o “contro” qualcosa. Ascoltare i cittadini, aiutarli ad approfondire le novità di quest’epoca che non richiede discussioni da bar ma risposte complesse. Quando necessario indire referendum (o consultazioni anche con questionari) su argomenti importanti per il quartiere (e per la città): la Democrazia Deliberativa, in attesa di nuovi strumenti, può iniziare ad essere esercitata dai quartieri.

Carlo Baviera

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