OREUNDICI: “Tenerezza per un mondo nuovo” – VITA MONASTICA: “natura, contro-natura, natura e cultura” – LA CIVILTA’ CATTOLICA: il lavoro che vogliamo TESTIMONIANZE: l’Europa che amiamo – AGGIORNAMENTI SOCIALI la società che speriamo

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“Tenerezza per un mondo nuovo” è il titolo di un libretto, minuscolo quanto straordinario, scritto da Isabella Guanzini e allegato al numero 12 (dicembre 2017) di Oreundici, la rivista che intende servire la “crescita umana e spirituale nel quotidiano”. L’Autrice è filosofa e teologa e dopo aver insegnato alla facoltà teologica dell’Italia settentrionale a Milano è ora docente di teologia fondamentale all’università di Graz. In queste poche paginette si possono leggere parole semplici e straordinariamente convincenti su ciò che conta veramente nella vita di ciascun uomo e per la costruzione di un mondo nuovo: la tenerezza. Essa non è debolezza, ma piuttosto l’affetto penetrante che illumina e trasforma il mondo … è la forza penetrante che orienta la vita umana e consente di congiungerla con l’eternità e l’amore. Certo, il fascicolo 12/2017 di Oreundici cui è allegato ”Buone notizie” è arricchito da vari scritti molto belli di Carlo Molari, Mario de Maio, Silvia Tettiti, Franco Marcoaldi e tante altre firme che aiutano a guardare con fiducia (e dunque con impegno positivo) al domani. Ma certamente le poche, piccole pagine della Tenerezza per un mondo nuovo rappresentano una lettura (meno di mezz’ora!) che può cambiare, rinnovare, accendere una vita con una luce poetica non meno che teologica. Molto interessante anche la possibilità di leggere e scaricare tutte le omelie dell’anno pronunciate da don Carlo Molari sul sito della parrocchia smmdepazzi.it.

Un’ampia e complessa riflessione sul tema di natura, contro-natura, natura e cultura è offerta da Vita monastica n. 266 (settembre 2017). La rivista, curata da un gruppo di monaci del monastero di Camaldoli, tra i quali il Priore generale, affronta in modo articolato il tema complesso del rapporto tra cultura e natura e aiuta a superare la dura e paralizzante contrapposizione tra natura e contro-natura fondate su di una semplicistica valutazione di ciò che è “secondo natura” e ciò che è invece “contro natura”. Molto dipende da come s’intendono “natura” e “cultura” e il loro rapporto. Proprio per la complessità del tema e per la delicatezza delle varie accezioni dei termini… a chi è interessato al tema si consiglia di leggere il fascicolo cui hanno collaborato Stefano Allovio, Francesco Remotti, Aldo Natale Terrin e Roberto Tagliaferri.

La 48° Settimana sociale dei cattolici italiani, che si è svolta a Cagliari dal 26 al 29 ottobre scorso, non ha avuto probabilmente l’eco che si meritava, con i suoi mille partecipanti, duecento giornalisti, 74 vescovi. Lo rileva, ci pare con ragione, La Civiltà Cattolica (n. 4018) con un articolo del padre Francesco Occhetta s.j. Egli rileva anzitutto l’attualità del tema. “Il lavoro che vogliamo: libero, creativo, partecipativo, solidale”. L’Autore sottolinea come sia stato sottolineato da studiosi e intervenuti che ci sono in atto buone pratiche, esperienze nuove e positive; e molte se ne potranno aggiungere se non mancherà l’impegno dei vari soggetti economici, politici e culturali che possono essere coinvolti. Il lavoro, infatti, è l’occasione decisiva per realizzare una società più serena, costruttiva e solidale. Bisogna averne coscienza, coraggio (e generosità che nasce anche dalla lungimiranza).

“L’Europa che noi amiamo”: sotto questo titolo Testimonianze (la rivista fondata dall’indimenticabile padre Balducci) pubblica gli Atti del convegno da essa stessa promossa a Firenze a maggio 2017 nell’ambito del progetto “una certa idea di Europa”. Il titolo del convegno era proprio “L’Europa che noi amiamo”; e la rivista ne pubblica i testi principali, dall’introduzione di Luigino Bruni alle conclusioni in cui Vittoria Franco, Leila El Houssi, Mauro Ceruti, Severino Saccardi e Piero Meucci offrono un suggestivo disegno di “quell’Europa che noi amiamo”, e cioè quella indicata nella visione di Ernesto Balducci ! (Un’Europa nuova, oltre diseguaglianze, terrorismo e migrazioni, fatta di convivialità … alla quale anche noi vorremmo tendere e sperare!).

Quella società alla quale tutti rivolgiamo la nostra speranza, tratteggiata nell’intervista ad Arturo Sosa s.j., generale della Compagnia di Gesù. L’intervista appare su Aggiornamenti sociali di dicembre ed è realizzata dal direttore della rivista, padre Giacomo Costa s.j. Un’intervista da leggere e condividere, come molti articoli della rivista che, non a caso, ha per sottotitolo: “orientarsi nel mondo che cambia”.

(a.  bert.)

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