LA CIVILTA’ CATTOLICA: la dimensione della relazionalità caratterizza l’essere umano – VITA MONASTICA: una Chiesa di donne e uomini – IC–ITALIA CARITAS: non dimentichiamo il Nepal – PRESBYTERI: “Se prendessimo sul serio i principi suggeriti da papa Francesco – SPIRITO E VITA: “un pane per tutti”.

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Il pontificato e lo stile di papa Francesco esprimono ogni giorno una novità crescente e raccolgono una sintonia e una speranza crescenti. Non si tratta certo di una superficiale adesione alla novità, ma di una vera riscoperta della dimensione profonda e dell’attualità dell’evangelo di Gesù. E le riviste, le voci, i convegni ecclesiali si fanno ogni giorno più entusiasti e incoraggiati a sognare una vera “riforma” della vita cristiana. Francesco, scrive La Civiltà Cattolica in apertura del fascicolo 3959 “si è collocato nella grande tradizione della Chiesa e del Vaticano II e ha generato un nuovo dinamismo spirituale nel popolo fedele di Dio”. La rivista dei gesuiti mette anche in luce l’importanza del prossimo convegno della Chiesa italiana che si svolgerà a Firenze nel prossimo autunno e avrà per tema “In Gesù Cristo il nuovo umanesimo”. Salvini sottolinea giustamente che in questo contesto è molto importante sottolineare la dimensione della relazionalità che caratterizza l’essere umano, anche nei legami che ci uniscono agli altri esseri viventi, alla vita nel cosmo e gli consentono di trasfigurare la realtà che lo circonda. Sullo stesso numero della rivista da segnalare anche, per un’opportuna riflessione ed esame di coscienza, l’articolo di Francesco Occhetta sulla deontologia dei giornalisti (dalla ricerca della verità…all’ ”equo compenso”).

S’intitola “una Chiesa di donne e uomini” il fascicolo 259 (giugno 2015) di Vita monastica, la rivista trimestrale di liturgia, spiritualità ed ecumenismo curata dai monaci di Camaldoli. Introdotto da Cristina Simonelli, presidente del Coordinamento Teologhe Italiane, il volume comprende interventi di Lucia Vantini, M. Antonella Grillo, Stella Morra, Marinella Perroni, Adriana Valerio, Serena Noceti, Renata Bedendo e Rita Torti. E, riprendendo una forte riflessione di Maria Teresa Bellenzier, il fascicolo ricorda e si interroga: “Per una donna che ha scritto o parlato, vi sono sempre state (e vi sono) milioni di donne che hanno taciuto e tacciono: ma cosa c’è veramente dietro a questo silenzio?”.

Oltre a numerose informazioni e dibattiti, interessanti come sempre, IC–ItaliaCaritas, il bellissimo mensile promosso e diffuso dall’omonimo organismo della Chiesa italiana, ricorda il catastrofico terremoto che tra aprile e maggio ha devastato il Nepal. Noi qui in Italia forse neppure più lo ricordiamo; ma ha provocato diecimila morti, 600 mila case danneggiate, 1 milione di abitazioni sfollate, 8 milioni di persone colpite. E insieme a queste, il numero di giugno della rivista (si può chiederlo a www.caritas.it, l’abbonamento costa 15 euro) offre numerose altre informazioni sulle crisi, tragedie e speranze che ci sono nel mondo.

“Se prendessimo sul serio i principi suggeriti da papa Francesco nella Evangelii gaudium per costruire una vera comunità umana – il tempo è superiore allo spazio, l’unità prevale sul conflitto, la realtà è più importante dell’idea, il tutto è superiore alla parte – avremmo i criteri supremi per trovare soluzione ai problemi più angosciosi dell’attuale momento storico”. Lo scrive Raniero La Valle nell’articolo (“Occhi aperti sul mondo”) che introduce il bellissimo fascicolo n 5 /2015 di Presbyteri che vuol far riflettere sacerdoti e laici sulle responsabilità e i progetti di un cristiano che voglia davvero camminare oggi per le strade del mondo. Tra le riflessioni offerte dalla rivista quelle di Rocco d’Ambrosio, del cardinale Piovanelli, di Laura Caffagnini, Fernando Bellelli, Luigi Mansi.

E nello spirito di papa Francesco la rivista Spirito e Vita dedica l’intero numero 6/2015 al tema: “un pane per tutti”. Scrive don Armando Matteo nell’editoriale: “bisogna essere davvero proprio sordi per non ascoltare l’incredibile grido di giustizia che attraversa le strade di questa nostra storia… di giustizia c’è fame … ma anche fame di lavoro, di pace, di acqua, di medicine, di igiene, di rispetto, di dignità, di umanità. Di pane. Sì! C’è fame di pane: di cose davvero buone e semplici che possano permettere a chiunque e a tutti di guardare con occhi grati il dono insuperabilmente bello dell’esistenza umana”. “Ogni giorno, scrive Dario Fridel, ventiquattromila persone muoiono di fame o cause a essa correlate”. E tutto il fascicolo della rivista sviluppa questo tema del “pane”, di ciò che è buono ed essenziale; e si conclude con le parole pronunciate da papa Francesco a Napoli il 21 marzo scorso (esortando i napoletani e tutti gli uomini di buona volontà a prendere coscienza del patrimonio di gioia, di religiosità, di pietà, di dignità e di pulizia morale che appartiene loro.

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