Dare una mano alla Pace come fraternità democratica

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Appello della Rosa Bianca per le Elezioni Europee

In occasione delle Elezioni del Parlamento Europeo, la Rosa Bianca – nel ricordo di David Sassoli – vuole richiamare le forze politiche italiane, nella formulazione dei loro programmi elettorali (e, di conseguenza, in funzione delle scelte di voto che potranno compiere le cittadine e i cittadini), a dare una mano, in questo così delicato momento storico, al fine di avviare un articolato e serio processo di pace.

Questa “mano” ci pare abbia “cinque dita” essenziali e irrinunciabili:

  • Vi è, innanzi tutto, l’affermazione prioritaria – sul piano degli ideali politici ed etico-culturali – di un “Principio Fraternità”, che sia sintesi tanto della Speranza quanto della Responsabilità, per superare disuguaglianze e oppressioni di classi, di popoli, di generi, di fedi religiose, con una prospettiva intersezionale, che non neghi i conflitti ma si impegni per gestirli in modo nonviolento e in vista del bene comune. Tale Principio costituisce l’esito più alto, non imperialistico e non etnocentrico, di tutta la civiltà europea, offerto – in senso anti-colonialista – alla Civiltà mondiale, multiversa e multipolare.
  • Tale “Principio Fraternità” si sostanzia, oggi, in una chiara prospettiva di Pace, di Giustizia verso gli esseri umani e verso la biosfera (nel senso della “ecologia integrale”) e di Libertà (che, cioè, non accetti ordinamenti e proposte illiberali). Ciò, ovviamente, significa: ripudio della guerra (in vista della sua totale interdizione dalla storia umana), impegno per la progressiva riduzione delle spese militari e per il disarmo globale, effettivo contenimento della produzione e del commercio delle armi.
  • Nell’attuale contesto storico europeo, con al centro il tragico conflitto russo-ucraino, l’Unione Europea deve muoversi con l’unico, prioritario e urgente obiettivo della convocazione di una Conferenza internazionale (con contestuale cessate il fuoco), collocata idealmente nell’ambito dell’ONU, senza precondizioni e al fine di una diplomatizzazione del conflitto e per negoziarne la fine.
  • Ogni discorso sui conflitti in corso (a partire da quello russo-ucraino, ma anche per quello israelo-palestinese e per altri) va depurato da impliciti di tipo imperialistico e va sempre legittimato nella prospettiva delle Nazioni Unite. In questo senso è auspicabile ogni impegno vero per il rilancio e il rafforzamento dell’ONU: Organizzazione alternativa a vetero e neo colonialismi, che va considerata il punto di arrivo positivo della storia dell’Umanità e che deve evolvere verso un costituzionalismo mondiale pacifico e pacificatore, non in senso monocratico ma autenticamente federativo.
  • A fronte della non remota possibilità di un ritorno di Trump alla presidenza Usa, con conseguenti dirompenti scelte sul piano internazionale, è necessario che l’Unione Europea non si faccia trovare impreparata. Ogni pur positivo discorso di difesa comune europea e di debito comune europeo va sempre ricompreso in un forte e prioritario rilancio del processo federativo europeo. A questo fine si deve proporre l’elezione, a suffragio universale, di un’Assemblea Costituente Europea. Il fallito tentativo (attuato con una logica calata dall’alto) di dotarsi di una Costituzione Europea va superato con un nuovo tentativo che sorga dal basso. Solo con una Costituzione Europea si potrà sviluppare la Federazione e potranno avere un quadro valoriale e istituzionale – democratico e chiaro – anche la difesa comune (da svilupparsi auspicabilmente nel senso della difesa popolare nonviolenta) e il debito comune.

 

Tutti gli esseri umani, prima di distinguersi per identità nazionale, condividono la medesima umanità. Nel cuore umano c’è il bene e c’è il male. Il compito della ragione, della pietà, delle religioni e dell’educazione è indicare la via del bene e condurre per tale via. Davanti alle aggressioni omicide e alle guerre il dovere umano è impegnarsi per superarle. La politica è contenimento nonviolento del male. Il contrario della guerra. E la guerra è il contrario della politica, il rifiuto della politica come ricerca di mediazioni possibili. In questo momento della storia dell’umanità in cui sembra rilegittimata la guerra, noi ripudiamo la guerra e continuiamo a preferire la politica, la trattativa, il dialogo, il negoziato e la mediazione.

Confidiamo che l’Unione Europea possa dare una mano alla Pace.

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