Di guerra in guerra. Dal 1940 all’Ucraina invasa

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EDGAR MORIN – Di guerra in guerra. Dal 1940 all’Ucraina invasa. Raffaello Cortina Editore

recensione a cura di Sandro Antoniazzi

In un agile libretto, Edgar Morin (che ha compiuto 101 anni) scrive pagine belle e intense su tema della guerra e della pace.

Il metodo da lui scelto per parlare della pace è particolarmente efficace: racconta a una ad una le guerre che ci sono state dal 1940 ad oggi e ciò che hanno prodotto.

E racconta di queste guerre non da una parte sola (la “nostra”), ma da entrambe le parti.

Ne esce un quadro che fa pensare, perché tutti noi diamo per scontato che ad esempio nella Seconda guerra mondiale gli alleati avessero ragione e che se hanno compiuto qualche crimine fosse giustificato dalla guerra.

Ma pochi sanno, perché non se ne parla, che il massacro più rilevante compiuto in questa guerra è stato il bombardamento della città di Dresda, compiuto dagli aerei angloamericani; città totalmente rasa al suolo con la morte di circa 300.000 persone praticamente tutti civili.

Si trattava di dare un esempio per scoraggiare i tedeschi a continuare la guerra (noi oggi ci lamentiamo di quanto sta succedendo a Gaza, ma questo fu un massacro ben maggiore e gratuito senza neppure la scusa di snidare un nemico).

Così lo sbarco in Normandia è stato preceduto da bombardamenti, le cui vittime sono state soprattutto gli innocenti normanni del posto.

A Norimberga sono stati condannati i gerarchi nazisti per crimini di guerra, ma non si è guardato minimamente a quelli compiuti dalla nostra parte. Su questi è caduto un pesante silenzio.

Edgar Morin che ha partecipato alla guerra e che ha potuto conoscere i campi di sterminio nazisti degli ebrei e degli zingari, indubbiamente il fatto criminale di maggiore gravità dell’ultima guerra, come uomo di sinistra, non poteva credere ai gulag russi.

O come non sorprendersi che Andrej Vysinskij, procuratore dei processi di Mosca del 1935-1937 che mandarono a morte tanti innocenti, fu uno dei giudici di Norimberga?

Ogni guerra poi porta con sé menzogne, paura delle spie, odio vero il nemico e la sua criminalizzazione. Si tende facilmente a generalizzare; ad esempio, l’intero popolo tedesco sarebbe colpevole delle nefandezze naziste e il fatto che Stephan Bandera abbia combattuto a fianco della Wermacht in Ucraina, uccidendo migliaia di ebrei, porta Putin ad affermare che l’intera Ucraina sia nazista.

Altre guerre più recenti hanno avuto effetti devastanti, ad esempio quella dei Balcani: paesi che vivevano in una relativa tranquillità, tutto ad un tratto sono diventati nemici l’uno dell’altro e di quella guerra sono rimaste solo le divisioni nazionali e religiose.

L’Europa si è fatta ingannare da un lungo periodo di crescita economica dimenticando la sua responsabilità su altri problemi; quello del clima, ma indubbiamente anche del risveglio della Russia, insoddisfatta della sua situazione.

La Russia si è presa la Crimea e ha invaso l’Ucraina, contro ogni diritto internazionale, ma nulla di diverso ha fatto l’America in Iraq e in Afghanistan (trascurando i disastri che ha lasciato).

Sull’Ucraina, Morin ritiene importane tenere presente il contesto storico molto travagliato nei rapporti con la Russia dal 1917, per comprendere meglio le difficoltà attuali.

La cosa più ragionevole da fare, a suo avviso, se non si vuole rischiare una terza guerra mondiale, è cercare una via per la pace.

L’Ucraina entrerebbe nell’Unione Europea e avrebbe una garanzia militare; cederebbe la Crimea (dove l’80% sono russi) e per i Donbass si potrebbe pensare a un referendum sotto l’egida dell’ONU. Naturalmente si tratta di un abbozzo di proposta per aprire la trattativa: sarà la trattativa ad entrare più propriamente nel merito.

Aggiungo personalmente che, avendo questa guerra, come dice Morin, una dimensione mondiale, al tavolo delle trattative devono essere presenti anche Europa, USA, Nato e sarebbe utile anche la presenza di Turchia e Cina, che si sono proposti come mediatori.

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