KOINONIA: “Kairos-Italia” – ADISTA-SEGNI NUOVI: la deriva nazional-populista –SERVITIUM: “Tra paure e speranza” – LA CIVILTA’ CATTOLICA: “Sette pilastri dell’educazione secondo J. M. Bergoglio”

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“Kairos-Italia”. Come dire: l’Italia vive oggi un momento particolare, un’occasione di scelte e di crescita inconsueta … ma bisogna avere il coraggio di comprendere e scegliere e operare … nel momento opportuno! Può sembrare un sogno infondato, ma forse l’intuizione di padre Alberto Bruno Simoni (che da tempo legge con autorevolezza e acutezza le vicende della società e della Chiesa) merita grande attenzione perché l’autore guarda alle cose profonde. Non pensa a successi temporali, ma si chiede soprattutto se il momento attuale non offra ai credenti un’occasione favorevole per testimoniare il Vangelo. E offrire della Chiesa “una immagine più evangelica e meno clericale, meno tridentina e più Vaticano II”. Questa riflessione di padre Simoni apre il fascicolo di settembre di Koinonia, che ospita fra l’altro una testimonianza dal Sud Africa di padre Albert Nolan dove “qualcosa di nuovo sta faticosamente emergendo”. Molto interessante anche, ispirata alla volontà di dialogo ma anche all’affermazione della dimensione sacramentale e spirituale della religiosità, la riflessione “sul nostro futuro” offerta da Ugo Basso, direttore de Il Gallo.

Due immagini spiccano sulla copertina del numero 31 di Adista-Segni Nuovi: quella di Di Maio e Salvini, appaiati e sorridenti, e quella di Papa Francesco. A proposito dei primi, Adista richiama alla necessità di resistere, sperando di essere ancora in tempo, alla deriva nazional-populista; magari anche, se necessario, creando un nuovo soggetto politico. A proposito del Papa si sottolinea la necessità di mettere in pratica i suoi insegnamenti e di resistere agli attacchi di cui è oggetto (anche dall’interno della Chiesa, si veda il caso dell’ex nunzio Viganò).

“Tra paure e speranza” è il tema del numero 238 di Servitium, che si apre con una bella introduzione di Edoardo Edallo. Egli sottolinea come la coscienza dell’identità (senza ingenuità o integralismi) è un aiuto ad aprirsi alla speranza, vincendo le paure; e come la capacità di costruire e vivere un “progetto”, animato dalla speranza. Sul medesimo tema la rivista ospita numerosi scritti molto belli (tra gli altri di Franco Gatto, Italo De Sandre, Raniero la Valle, Angelo Casati, Giovanni  Trabucco, Ursicin G.G. Derungs).

Ha per titolo “Sette pilastri dell’educazione secondo J. M. Bergoglio” l’articolo di apertura del fascicolo 4037 (15 settembre) di La Civiltà Cattolica. Ne è autore nientemeno che lo stesso direttore dell’autorevole e “storica” rivista gesuita. Dopo aver illustrato come la sfida educativa sia al centro dell’insegnamento (e anche della vita, fin da giovane) dell’attuale Pontefice, padre Antonio Spadaro indica e illustra i vari pilastri, cioè le convinzioni di fondo e le stelle-guida del suo magistero: “educare è integrare”, “accogliere e celebrare le diversità”, “affrontare il cambiamento antropologico”, “l’inquietudine come motore educativo”, “la capacità di rispondere davvero alle domande dei piccoli”, “vivere una fecondità generativa e familiare” (che comprende la consapevolezza che “dialogare è avere capacità di lasciare eredità”. Di notevole interesse, sullo stesso fascicolo della rivista, la riflessione di Giovanni Cucci s.j. sui dati che emergono dalle ricerche su “i giovani e la fede in Italia”. I dati sono preoccupanti, ma non mancano riflessioni, e qualche segno, che invitano alla speranza e a un rinnovato impegno.

(a.  bert.)

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