“CARO CONFRATELLO CARLO MARIA VIGANÒ…”

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Due passi sembrano chiudere definitivamente il caso sollevato con la lettera-denuncia di mons. Carlo Maria Viganò: da un lato, il “Comunicato della santa Sede sulla vicenda McCormick”, dall’altro la “Lettera aperta del cardinale Marc Ouellet”, prefetto della Congregazione per i vescovi , a mons. Viganò. Quest’ultima è particolarmente interessante per il tono franco, per nulla formale, e per il modo esplicito con cui sono riportati i fatti e i giudizi del cardinale sui fatti medesimi. Sia dalla lettera di Ouellet sia dal comunicato della Santa Sede, come nota Paolo Rodari su Repubblica in riferimento al comunicato (“Il Vaticano chiude il caso Viganò, ma ora indaga sull’era Wojtyla”), si profila l’apertura di un nuovo, forse decisivo, capitolo della vicenda delle coperture o delle insensibilità che sono state dimostrate dal Vaticano, in epoche passate, di fronte ai casi di abuso sessuale nella chiesa.

 

 

 

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