PER UN PD ALTERNATIVO A SE STESSO

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All’assemblea Pd Walter Tocci, critico di Renzi ma anche della scissione, invita ad imitare Aldo Moro e propone, con passione e inventiva, un congresso fuori da ogni schema (“La forza della fragilità”). Un congresso “corale, variopinto, appassionante”, di cui aveva tracciato il profilo la settimana scorsa alla Direzione del Pd (“Alternativi a noi stessi. Un congresso in tre atti per il Pd”).

 

 

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  1. Non sono iscritto al PD, ma non posso non votarlo, anche perché non ci sono al momento alternative credibili e i partitini del 2% non mi interessano. Dico però a quanti sono nel PD e affermano di trovarsi male fino al punto di minacciare la scissione, che la smettano con la ricerca del responsabile, abbiano il coraggio, la facciano e se ne vadano. Se non hanno la forza e la volontà di avviare una seria e profonda riflessione sulle ragioni del PD oggi, sulle sue politiche e le sue strategia, non sono fatti per assumersi responsabilità di Governo, ma per quelle molto meno impegnative dell’opposizione. E’ la maledizione storica della sinistra che dal 1921 si ripresenta ogni qual volta si rendono necessari cambiamenti di proposta e strategia politica, e porta con sé sempre e solo divisioni. E’ questo il più grande favore che la sinistra può fare alla destra fascista e razzista e al M5S che, per molte ragioni, sono due debolezze e solo per l’ottusità di chi vuole la scissione, diventano due forze. Dunque, non povero PD, ma povero Paese. Di certo sopravviverò, ben sapendo che il centro sinistra e la sinistra saranno fuori dal gioco per il Governo del Paese per molti dei prossimi anni. Non mi resta che la speranza che abbia ragione chi sostiene che per fare un’ordine occorre un disordine. Lo dico a tutti coloro che considerano negativamente la scissione, ma in particolare ai cattolici democratici: il disordine c’è, ci si dia da fare per costruire il “nuovo ordine”.

  2. “Inventare” o “Adeguare” gli strumenti di partecipazione [dei cittadini]?

    Arrivo al post del senatore Walter Tocci da un periodo di osservazione del tipo di comunicazione “praticabile” con interventi … su argomenti offerti da questo portale … che mi sono sembrati – con il dovuto rispetto per le intenzioni e le difficoltà da superare – utili solo a dimostrarne la totale “inadeguatezza” a fini partecipativi.

    Trovo nel discorso del senatore Tocci un’esortazione alla “invenzione di nuovi strumenti di partecipazione”.

    Sarebbe opportuno avviare un dialogo su casi specifici di necessità di partecipazione, per l’urgenza dei quali l’approccio più immediato da valutare si presenti come “adeguamento degli strumenti disponibili al tipo di comunicazione richiesto dal caso preso in esame [caso scuola]”.

    Potrei contribuire come cittadino anziano, testimone di errori commessi da politiche “a monte” degli errori della politica di Renzi e/o del PD, dei quali i giovani non possono essere consapevoli.

    Suggerirei di valutare, come “caso scuola di adeguamento strumenti di comunicazione a fini partecipativi”, il caso del *progetto politico di creazione di una regione dolomiti*.

    Resto a disposizione per dirne di più, se si rendono disponibili interlocutori con intenti cooperativi.

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