ILARIO BERTOLETTI (MORCELLIANA): IL FALLIMENTO CULTURALE DI RENZI

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Per gentile concessione dell’autore segnaliamo l’editoriale del primo numero del 2017 della rivista “Humanitas”, in prossima uscita, dal titolo “Limite, mediazione, compromesso”. Sottotitolo: “Attualità del cattolicesimo politico?”. L’autore, Ilario Bertoletti, è il direttore della casa editrice Morcelliana.

 

2 Comments

  1. Assai lucido e convincente l’editoriale di Bartoletti : il cerchio limite, mediazione, compromesso rappresenta il paradigma con cui far (ri) vivere la democrazia nel nostro paese.
    Imitare il metodo Grillo non porta da nessuna parte. Anzi porta acqua al mulino delle 5 stelle. Sono più bravi loro nello sfornare concetti ( quasi sempre generici se non banali) in 140 caratteri. Ma il malcontento e la frustrazione dei cittadini sono più che fondati.
    Ma chi e come riuscirà a dare concretezza (vera) ad una proposta politica e ad un programma di governo coerente con tutte le problematiche che ci sovrastano ( globalizzazione, movimenti migratori, identità europea)?

  2. Visto l’esito delle primarie andrebbe messo bene in evidenza il problema dell’errore culturale, non solo di Renzi, ma della politica in generale, che l’editoriale commenta come segue:

    …. “governare scimmiottando il linguaggio dei media significa essere consumati dai media stessi, dove un contenuto può durare al massimo una stagione, pena la perdita dell’audience. Renzi è rimasto irretito nella logica profonda che sorregge la comunicazione mediatica: ciò che viene dopo vale di più di ciò che viene prima” …

    La politica dovrebbe rivisitare il mito di Telemaco, rispetto a cose scritte nel 2014 sulla sintonia tra Renzi e Massimo Recalcati nel ritenere che i nostri giovani somigliano a Telemaco [Il complesso di Telemaco. Genitori e figli dopo il tramonto del padre].

    Abbozzo una domanda e una risposta per accennare all’opportunità, per una politica culturalmente adeguata, di ricercare un modo di rivisitare quel mito anche dal punto di vista dei nativi digitali.

    Un’Itaca dell’era digitale si potrebbe pensarla come una terra che dovrebbe essere gestita da un rapporto di coppia, tra una Penelope digitale [Piattaforma informatica] e un Ulisse analogico [Utente]?

    In quel tipo di Itaca la relazione tra Piattaforma e Utente dovrebbe nascere ed evolvere come un rapporto di coppia, in armonia con i bisogni reali della terra che ospita e alimenta l’unione dei due partner, cioè con la gestione di un processo collettivo di acquisizione di conoscenza, simile a quello, nato negli anni Sessanta, nella terra-ambiente di ricerca scientifica dove è stato inventato il Web [il CERN, localizzato a Ginevra, ma “home” di una comunità “europea e non solo” di ricercatori, territorialmente distribuita].

    Il Telemaco [nativo digitale], abitante di un Web/Territorio solo digitale, crede di essere figlio di una relazione [che a lui appare legittima], nata negli anni Ottanta tra Penelope [Piattaforma informatica] e uno dei Proci [Marketing], quando la Penelope digitale ha deciso di unirsi a lui, divorziando da Ulisse e costringendolo a lasciare la terra che li aveva uniti, prima di sapere che avrebbe avuto un figlio.

    Bisognerebbe allora chiedersi “se”, e “come”, il problema del Web e dei nativi digitali, che lo abitano, da orfani di entrambi i veri genitori, si possa affrontare creando condizioni adeguate a permettere a Ulisse di ritornare e di riconquistare Penelope, rimandando i Proci a casa loro [in modo leggibile come una “trasmissione di testimonianza”]

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