IL REGNO-ATTUALITA’: Bloccati dal salvinismo – JESUS CARITAS: Fratelli non si nasce ma si diventa – IL TETTO: su giustizia sociale, tolleranza e intolleranza religiosa – IL FOGLIO: Come (fra)intendere Giovanni – IL GALLO: a cent’anni dalla pace sbagliata.

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“Bloccati dal salvinismo” è il titolo dell’articolo di apertura de Il Regno-attualità di settembre, in cui si riflette sulla difficoltà che la politica italiana dimostra in questa stagione. Difficoltà che si traduce in una quasi-ingovernabilità del Paese. Tra le molte notizie, informazioni e riflessioni che arricchiscono il fascicolo merita d’esser segnalato il ricordo del cardinale Achille Silvestrini (deceduto lo scorso 28 agosto) offerto da Gianfranco Brunelli; e lo “studio del mese” in cui Severino Dianich sottolinea che quando si parla di “sinodalità” nella Chiesa è necessario cogliere e sottolineare il ruolo (i carismi, l’opera, la fede, la vita …) di tutti i membri della Chiesa, e dunque soprattutto dei laici che ne costituiscono la larghissima maggioranza. Per questo occorre una “teologia dei carismi che ridica a ogni credente che se egli non ci fosse, tutta la Chiesa sarebbe diversa”! Tra i molti articoli, tutti da leggere, anche quello di Laura Caffagnini intitolato “Dio ama i poveri, non la povertà” in cui viene citato il teologo valdese Paolo Ricca che afferma: “ogni essere umano non è altro che un mendicante e ciò che compie a favore di un suo simile non è un  gesto di bontà di cui potersi vantare, ma è riconoscere di esser stato beneficato”.

“Fratelli non si nasce ma si diventa”: lo scrive e lo spiega Michael Davide osb., sul fascicolo di ottobre di Jesus Caritas, il mensile della Famiglia Charles de Foucauld. Prendendo lo spunto dagli scritti di Michel Clévénot su ‘Gli uomini della fraternità’, l’autore si sofferma sul mistero di comunione che deve (dovrebbe!) nutrire e illuminare la vita di tutta la Chiesa. Camminando su questa strada (e Papa Francesco sembra farlo con convinzione) e incontrando e abbracciando gli uomini di tutte le periferie del mondo (materiali e spirituali) la Chiesa potrà realizzare un rinnovamento ed una rinascita davvero straordinaria ed evangelica!

Molto ricco di stimoli e di attenzione ai vari problemi di oggi è il n 332/333 (luglio-ottobre 2019) de Il tetto, la rivista che esce a Napoli dal 1963 ed è diretta da Pasquale Colella con un gruppo di qualificati amici e collaboratori. Il fascicolo si apre con tre editoriali (di Colella, di Andrea Proto Pisani e di Ugo Leone). Dalle pagine della rivista emerge una grande attenzione e simpatia per Papa Francesco, e un’analisi attenta, a più voci, sui temi della giustizia sociale, della tolleranza e intolleranza religiosa, della speranza e dell’impegno culturale e politico per un mondo migliore.

Offrendo la recensione di tre libri usciti di recente (François Jullien, Risorse del cristianesimo, ma senza passare per la via della fede; Adalberto Piazzoli, I due Testamenti. Una lettura critica della Bibbia, J.Shelby Spong, Perché il cristianesimo deve cambiare o morire), Walter Minella suggerisce una articolata riflessione su Crisi e risorse del cristianesimo nel mondo post-moderno. Si può trovare tutto a pagina tre de Il Foglio n 464. A pagina 5 (sempre de Il Foglio) Dario Oitana offre un singolare e a tratti paradossale invito a leggere il quarto evangelo: Come (fra)intendere Giovanni.

Interesserà certo ai curiosi, ma forse anche agli storici, l’ampio articolo di Aldo Badini pubblicato sul fascicolo numero 9 – ottobre 2019 – di Quaderni de Il Gallo. S’intitola “A cent’anni dalla pace sbagliata”. L’autore è Aldo Baldini, studioso di storia, che coglie l’occasione dell’anniversario della conferenza di pace tenutasi al termine del primo conflitto mondiale. Mette così in luce la forza degli egoismi che prevalsero nel lungo e complesso processo di pace. I britannici ebbero forse i maggiori vantaggi, ma nel complesso prevalsero gli egoismi nazionali (anche se l’Italia ebbe motivi per lamentare, più o meno giustamente, una “vittoria mutilata”. Dalla Conferenza di pace uscì un’Europa debole, divisa e inquieta … e in fondo debole di fronte a Usa e Urss. Una debolezza che c’è anche oggi, in un mondo che è multipolare e attraversato da frenetici e incontrollabili movimenti provocati dagli egoismi nazionalistici e da inquietudini senza bussola.

(a.bert.)

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