APPUNTI DI CULTURA E POLITICA: focus sulla corsa agli armamenti – IL FOGLIO: l’intelligenza e i robot – IL GALLO: l’inattesa ventata innovatrice – LA CIVILTA’ CATTOLICA: “Guarda avanti, non chiuderti” – ADISTA-SEGNI NUOVI:  “io non ho Patria”.

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Oltre all’editoriale, pacato, articolato e severo di Guido Formigoni su origini, contenuti e attese del “ciclone Trump”, il fascicolo 2/2017 di Appunti di cultura e politica ospita un articolato e argomentato “focus” sulla corsa agli armamenti, domandandosi con preoccupazione se sia possibile, e tantomeno se sia facile, sperare in una pace futura e stabile: basta guardare allo stillicidio di guerre in corso o incombenti e allo spettro perfino di una guerra globale. Ne scrive il vescovo emerito di Pavia (e già presidente di Pax Christi) Giovanni Giudici, che invita a educare alla nonviolenza; il prof. Sergio Parazzini che spiega con informazioni e dati impressionanti, come il mercato delle armi sia tuttora straordinariamente florido (e in crescita …). Assai interessante anche un articolato dialogo tra il teologo Giannino Piana e l’onorevole Franco Monaco all’indomani del referendum costituzionale: preoccupato il primo; più articolato il giudizio del secondo dopo la vittoria del “no”.

L’intelligenza è, certo, cosa bella e utile. Ma può essere anche pericolosa (basti pensare ai robot ed anche agli uomini “superintelligenti”). Enrico Peyretti dedica al tema una bella riflessione su Il foglio n 442 e conclude: “Bene i sapienti, grazie, ma chi mi è davvero maestro e genitore, chi mi aiuta a vivere e mi conforta (mi dà forza) è chi, con la sua vita, distribuisce un po’ di bene intorno a sé”. E tutto il fascicolo di maggio della semplice e bella rivista-giornale (mensile) torinese è ricco di pensieri interessanti, che non s’incontrano di frequente e testimoniano un vero anticonformismo, come la critica a un esagerato antropocentrismo; e il ricordo di padre Ernesto Balducci, a venticinque anni dalla morte. Il suo impegno religioso, morale e intellettuale continua in Testimonianze, la bella rivista fiorentina che realizzò anche memorabili convegni e che dura tuttora (è giunta al n. 511, diretta da Severino Saccardi; condirettore Simone Silani e Ludovico Grassi emerito). Da segnalare anche, su Il foglio precedente (n 441) una sintesi curata da Enrico Peyretti dell’ampio intervento tenuto a Roma lo scorso marzo dal teologo e pastore valdese Paolo Ricca sul “rapporto” tra Lutero a papa Francesco, sottolineando che oggi Francesco sta facendo qualcosa di molto profondo, quasi “reinventando” il papato.

Anche Il Gallo, la rivista genovese che fu fondata da Katy Canevaro e Nando Fabro ed è diretta oggi da Ugo Basso e Carlo Carozzo, dedica l’editoriale di maggio a Papa Bergoglio (confessando “con franchezza che una ventata innovatrice non ce la saremmo aspettata da un papa” e citando Zygmunt Bauman secondo il quale Francesco è “il dono più prezioso che la Chiesa cattolica romana ci abbia offerto in questa società alla deriva, senza uno scopo e senza fiducia”).

E anche La Civiltà Cattolica dedica l’editoriale del n 4005 (20 maggio 2017) al Papa, con un titolo sorprendente “Il Papa come il matto – La filosofia del sassolino e la sana pazzia”. Padre Antonio Spadaro, che della rivista è il direttore, ricorda le parole del Papa la mattina di Pasqua, prima della benedizione “urbi et orbi”, quando aveva ricordato che “anche noi, sassolini per terra, in questa terra di dolore e di tragedie, con la fede nel Cristo Risorto abbiamo un senso, in mezzo a tante calamità. Il senso di guardare oltre e dire: ‘guarda , non c’è un muro, c’è un orizzonte, c’è la vita, c’è la gioia, c’è la croce con questa ambivalenza. Guarda avanti, non chiuderti. Tu sassolino hai un senso nella vita perché sei un sassolino presso quel Sasso, quella pietra che la malvagità del peccato ha scartato …”. Anche se scartati e morti, se siamo uniti a Cristo non abbiamo davanti un muro, ma un orizzonte: siamo vivi e destinati alla vita eterna. Nelle pagine seguenti la rivista dei gesuiti approfondisce poi vari argomenti tra i quali il contenuto dell’esortazione postsinodale Amoris laetitia di papa Francesco.

“Se voi però avete il diritto di dividere il mondo in italiani e stranieri allora vi dirò che, nel vostro senso, io non ho Patria e reclamo il diritto di dividere il mondo in diseredati e oppressi da un lato, privilegiati e oppressori dall’altro. Gli uni sono la mia Patria, gli altri i miei stranieri”. Sono parole di don Milani (da L’obbedienza non è più una virtù)riportate in Adista Segni-nuovi del 20 maggio per valutare l’atteggiamento da tenere verso i migranti profughi dal Sud del mondo. E tutti abbiamo accolto con commozione il ricordo che papa Francesco ha voluto esprimere verso il parroco di Barbiana. Il suo messaggio è attualissimo (seppure in contesti diversi da quelli di allora) riguardo all’educazione, agli “stranieri” e al dialogo con il Signore. Non è un caso che papa Francesco lo abbia riconosciuto. Sullo stesso fascicolo di Adista da segnalare l’intervento di Alex Zanotelli: un appello alle Chiese perché resistano e contrastino la politica anti-migranti della UE.

(a.  bert.)

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